Diga Esaro, due milioni di euro prima dell’eventuale completamento In evidenza
- Finanziato, con il Patto per la Calabria, uno di studio di fattibilità
- Scritto da Alessandro Amodio
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SANT’AGATA D’ESARO - Ora è ufficiale: nel Patto per la Calabria firmato lo scorso 30 aprile tra il Governo Renzi ed il presidente della Regione Mario Oliverio c’è uno spiraglio per la Diga sull’Alto Esaro. Alla voce 2.5 “Schemi e reti idriche”, infatti, sono stati stanziati due milioni di euro (500 mila per questa annualità; 1,5 milioni per il 2017) da utilizzare per uno studio di fattibilità inerente il completamento dell’Invaso. Importante è la parola “completamento” perché – da questo punto di vista – non si può gettare alle ortiche quanto finora è stato fatto e, al tempo stesso, con lo stesso studio fare una ricognizione dello stato dell’arte e verificare la situazione del cantiere. Non va dimenticato, infatti, che sono circa otto anni di “fermo-cantiere”.
Dal 2008, anche a seguito delle note vicende giudiziarie, il cantiere dell’Esaro visse una fase di pre – smobilitazione e dal 2010 iniziò un percorso di assoluto non ritorno. Ad ottobre 2015, grazie all’iniziativa dei sindacati di categoria, la trasmissione di Rai3 Calabria “Buongiorno Regione” riaccese i riflettori sul fermo lavori della Diga tramite un appello alla Regione Calabria. Ed il 22 dicembre 2015 arrivò una prima risposta dell’ente regionale. In quella data – nel corso di una seduta del Consiglio regionale – ci fu, infatti, un’informativa del presidente Oliverio sul “Patto per la Calabria”, che ritenne, preliminarmente, “doveroso” nell’ambito della definizione degli accordi programmati, riferire sullo stato dei lavori nell’ambito del “Masterplan per lo sviluppo del Mezzogiorno”. Lo stesso Oliverio parlò di «completamento e messa in esercizio delle dighe, in particolare, quella del Menta e del Metramo e del ridimensionamento dell’intervento sulla diga dell’Esaro». I due milioni di euro per lo studio di fattibilità per il completamento, quindi, vanno inquadrati in questa ottica: bisogna prendere contezza di quanto fatto, salvare il salvabile e poi ripartire con i lavori, cosa che sta più a cuore a tutti, soprattutto a lavoratori e sindacati.
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