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Nel libro di Damiano Tursi uno spaccato della storia politica di Spezzano Albanese In evidenza

Nel libro di Damiano Tursi uno spaccato della storia politica di Spezzano Albanese
Agos

SPEZZANO ALBANESE - Il rianimare l'attuale dibattito politico-culturale della comunità spezzanese è dovuto alla recente presentazione del libro “Una storia politica - Memorie di Spezzano Albanese”, scritto dal prof. Domenico Damiano Tursi, il Sindaco più longevo della storia politica locale (dal 28.07.1975 al 13.08.1990), vittorioso per ben quattro tornate elettorali amministrative consecutive (1975-1980-1985 e 1990), oltre che risultare il primo arbëresh ad aver ricoperto il ruolo di Presidente della Provincia di Cosenza (dal 14.08.1990 al 31.01.1992).

Le motivazioni dell'importanza del volume sono state spiegate dallo stesso editore Walter Pellegrini sostenendo, all'uopo, che: “al centro dell’attenzione sono posti la vicenda umana, l’esperienza amministrativa e di partito di un protagonista indiscusso della storia politica locale e provinciale. Di un apprezzato dirigente del PCI, che ha saputo non solo impegnarsi fattivamente a favore dei propri concittadini e dei compagni di partito, ma interpretare efficacemente le ragioni di una militanza che è stata ideale, culturale, civile. Una testimonianza che, per le sue caratteristiche, per la credibilità del suo protagonista, per il modo in cui è stata condotta, per i risultati ottenuti, è riuscita a conquistarsi l’apprezzamento e la considerazione di tutti... Tursi non rappresenta una figura di spicco solo del PCI ma, un figlio illustre di Spezzano Albanese, un militante che fa onore alla migliore storia politica e amministrativa calabrese”.
Nelle 93 pagine del libro, in effetti, viene ricostruita l'azione politica quarantennale (ed oltre) dell'autore, il quale, partendo dall'iniziale “esperienza Milanese” nell'area socialista lombardiana (e del Movimento Studentesco), ha ricordato, dopo l'adesione al PCI, con emozione al rientro nel piccolo borgo natio, la figura di Vittorio Vattimo (leader storico del Partito Comunista spezzanese) che lo lanciò prima come segretario del PCI locale e, poco dopo, nell'anno 1975 come Sindaco di Spezzano Albanese.
Per come evidenziato nel volume, l'elezione a primo cittadino ha rappresentato il momento di svolta politico-amministrativo per il giovane Sindaco il quale, nei tre lustri successivi, ha modernizzato la più grande comunità albanofona in Italia, attraverso un coerente ed efficace piano organico di sviluppo i cui risultati positivi, pur vissuti in un clima di veleni, gli hanno aperto la strada alla Presidenza della Provincia Cosentina, culmine del successo dell'azione e della carriera politica tursiana che si è arrestata, soltanto, a causa di sopravvenute “ingiustizie giudiziarie”, senza che il PCI - PDS federale “muovesse un dito” in difesa “dei compagni amministratori”, essendo, ormai, la predetta forza politica espressione della “deriva giustizialista”.
La ricostruzione dell'autore è continuata, raccontando la seconda fase della propria vita politica (1992-2009), quella degli anni dell'ostracismo, della cronica instabilità del paese, della dissoluzione del partito, del declino di una comunità gestita da un nuovo ceto politico autoreferenziale e miope il cui immobilismo ha interrotto definitivamente ogni processo di progresso cittadino, relegando il paese ad una subalternità avvilente e per certi versi preoccupante.
Tuttavia, nel testo non risiede alcuna ambizione di esprimere un giudizio storico su quel periodo, piuttosto offrire degli elementi utili (attraverso un rendiconto preciso dell'azione dell'autore) alla ricerca storica a cui è demandata ogni valutazione per decodificare quella fase politica.
Ciò nondimeno, gli storici non potranno, comunque, non tener conto che la storia di Spezzano Albanese si è intersecata con l'opera del “compagno Tursi”, figura spartiacque delle vicende cittadine, tanto è vero che nella vulgata popolare esiste “una Spezzano prima di Tursi” ed “una Spezzano dopo Tursi”, ove il microcosmo locale si è intrecciato con il quadro globale di cui l'ex Sindaco è stato il maggiore interprete, peraltro, in tempi di grande complessità, di imprevedibili cambiamenti e forti contraddizioni.
Questi, difatti, è stato protagonista sia nella fase (70-78) del PCI Berlingueriano, della terza via, del compromesso storico, della solidarietà nazionale, del partito di lotta e di governo, che in quello della crisi del Partito che ha esaurito la propria forza propulsiva (79-84), approdando alla stagione del consociativismo fino alla svolta della Bolognina.
All'occupazione delle terre di cui don Giovanni Rinaldi (fondatore del PCI a Spezzano Albanese) è stato tra gli artefici indiscussi in Provincia di Cosenza, è seguita, dopo l'archiviazione di una fase controversa e turbolenta, la stagione di Tursi ovvero della programmazione, della costruzione di quelle strade per accedere alla predette terre occupate, della gestione del Territorio (Piano Regolatore; Pip, Peep, esproprio parcheggio - tangenziale), del piano infrastrutturale (fognature, metanizzazione, costruzione impianto sportivo, Palazzo Municipale, scuole, ecc.) del potenziamento dei servizi sociali e sanitari (uffici - Saub poliambulatori specialistici) e quant'altro (Rsa - Pretura).
Grazie a tale imponente processo di modernizzazione della comunità, il prof. Tursi ha allargato, oltre i confini politici naturali, la base economico-sociale del partito, svolgendo una funzione di fulcro propulsore delle attività del paese, oltre che il garante dei tradizionali gruppi sociali, nonché dei nuovi ceti produttivi, i quali (in parte) nei primi anni '90, anche in ragione del mutamento del quadro politico generale, hanno iniziato a prendere le distanze rispetto l'esperienza rossa.
Il processo di erosione elettorale -unito alla migrazione di alcune personalità del “Bottegone arbereshe”- ha determinato inevitabilmente la cessazione della storica autosufficienza monocolore a governare la cittadina da parte del PCI - PDS, incapace di dare corso ad una serie di alleanze partitiche, né, d'altro canto, di avviare una reale stagione di rinnovamento, limitandosi ad una mera operazione di cooptazione di singole figure, senza offrire una nuova piattaforma politico-programmatica medio-tempore.
A tutto ciò va soggiunto che la riforma elettorale del '93 ha accelerato il fenomeno di personalizzazione della politica, di parcellizzazione delle forze partitiche, favorendo dinamiche divisorie e spartitorie non più arginabili dal PDS, ormai isolato oltre che quasi azzerato nei quadri dirigenti.
Il resto è cronaca politica!
Pertanto, sebbene toccherà alla Storia un giudizio definitivo, certamente il prof. Tursi non potrà non rivendicare che ne è valsa la pena vivere la storia che ha scritto!

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