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Pino Chimenti, l'estro creativo di un artista andato via troppo presto In evidenza

Pino Chimenti, l'estro creativo di un artista andato via troppo presto

Spezzano Albanese piange per l'improvvisa scomparsa di Pino Chimenti (68 anni), artista, pittore considerato dalla critica tra i maggiori nel panorama internazionale dell'arte contemporanea. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Urbino sotto la guida di Concetto Pozzati. I suoi esordi artistici risalgono alla metà degli anni Settanta.
Nel 1985 la svolta, a seguito dell'inserimento da parte Gillo Dorfles (famoso critico d'arte) del pittore arbëresh tra gli artisti scelti dalla critica nel Catalogo dell’arte moderna italiana Mondadori.

Gli ultimi 35 anni un crescendo di successi e riconoscimenti per Pino Chimenti, il quale ha partecipato alle più importanti mostre italiane (Roma, Milano, Firenze, Napoli, Biennale di Venezia ecc.) ed internazionali (Berlino, Chicago, New York ecc).
Questi ha sviluppato una propria personale poetica.
Le sue opere sono caratterizzate da un’inconfondibile atmosfera fiabesca pervasa da una sottile ironia, che a volte sconfina nell’umorismo dei suoi personaggi fantastici vagamente antropomorfi. Come ha scritto Gino Dorfles: “L’iconologia di Pino Chimenti è del tutto particolare: che io sappia, non ci sono altri artisti che abbiano creato una serie di figurazioni così particolari, a prescindere dal valore tecnico, compositivo, eccetera”. Chimenti, infatti, “ormai da diversi anni prosegue nell’invenzione costante di piccoli miti personali, di strane leggende, nelle quali dei personaggi -tra il surreale e il ludico, tra il grottesco e l’affabile- si trastullano in mezzo a ghirlande di forme variopinte, di marezzature cromatiche, di sottili estroflessioni magnetiche, sempre sostenute da un minuzioso grafismo…”.
Il suo lavoro artistico, molto complesso ed articolato sotto alcuni profili, esprime alcuni tratti del suo modo di essere, mai incline a seguire mode, correnti o interessato alle lusinghe, bensì seria ricerca, attraverso le sue forme artistiche originali, del significato dell'esistenza, attingendo dal sogno e dal mito.
Chimenti, dunque, “supera le avanguardie storiche e alcuni aspetti della pittura postmoderna (Transavanguardia, Citazionismo, ecc.) con una personale visione del mondo, che risulta complessa e originale. Tale superamento si manifesta attraverso una neofigurazione avveniristica e affabulatoria: un neo “universo iconologico e metaforico”, legato al mito e all’ironia. Infatti, nelle opere di Chimenti sono presenti nuove creature arcane e grottesche, che, pur appartenendo alla fantasia, alludono alla nostra realtà deformata e in decadenza. Tale complessità visiva e concettuale induce a riflettere che le risposte immediate, anche in ambito artistico, sono spesso superficiali” (Vedi articolo “Spunti di riflessione sull’Arte di Chimenti in ricorrenza dell’Esposizione alla Biennale di Venezia” di Cesare De Rosis).
Lascia in eredità sia un grande patrimonio artistico che la comunità spezzanese dovrà valorizzare sia un importante capitale umano nel ruolo di insegnante ed educatore.

© Riproduzione riservata
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