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"La storia di Maggese" di Marco Cavaliere

"La storia di Maggese" di Marco Cavaliere

Marco Cavaliere, l'autore di questo piccolo scrigno di emozioni sapientemente impaginate, ha solo 27 anni, ma non è certo nuovo a scritti impegnati e a opere letterarie introspettive.
Nel suo ultimo lavoro, in libreria da poche settimane, questo giovane ingegnere con la passione per penna e calamaio, riesce facilmente a dimostrare che ventisette anni non sono troppi per smettere del tutto di sognare e nemmeno pochi per credere in un altro mondo possibile.

Ne “La storia di Maggese” riesce a invitare gentilmente il lettore a sedersi al bar coi protagonisti del suo racconto per bere qualcosa tutti insieme, dilettandosi a scherzare su argomenti a prima vista leggeri, ma ad un'analisi più approfondita, di un'importanza a dir poco spiazzante.
Lentamente, pagina dopo pagina, coinvolge il lettore quasi inavvertitamente, ma in maniera sempre crescente, a riflettere su ciò che paradossalmente è già sotto i suoi occhi: la realtà tangibile di ciò che diamo per scontato che rappresenta il più grande mistero del quotidiano.
E, sorprendentemente, ci riesce in un modo nuovo, totalmente originale e avvincente, stimolando il lettore, capitolo dopo capitolo, a prendere coscienza di una nuova consapevolezza del proprio essere “uomo”, immerso in quell'amnios postpartum chiamato “vita” che beve e respira tutti i giorni, ma da cui non riesce ad elevarsi con vero spirito critico quando invece servirebbe farlo.
Leggendo le pagine di questo libro e spiando da vicino le storie dei protagonisti ci si accorge che si sta guardando noi stessi, sorpresi magari in situazioni simili già vissute in un lontano passato o in un futuro ancora da vivere, e, mentre l'immedesimazione a tratti consapevole col personaggio principale lascia un senso di smarrimento al lettore per una situazione inaspettata, nello stesso tempo lo induce inesorabilmente ad esprimere un giudizio pesante, grave e significativo proprio su se stesso, sorpreso a non aver mai riflettuto su ciò che ha sempre avuto sotto il suo naso.
Quest'operazione, tuttavia, si svolge in maniera delicata, e solo al termine del racconto, produce la magia di farti vivere “all'interno della stessa storia di Maggese”, abbracciato dai protagonisti del racconto e un tutt'uno con quel modo di intendere la storia umana rischiarati da una luce diversa: la luce delle emozioni.
Il tema dominante di tutto il libro, dunque, cioè la sua vera chiave di lettura neanche troppo celata è una sola: la filosofia. Essa non è però un "mezzo" per leggere la realtà come storicamente è stata da sempre utilizzata, bensì l'atmosfera su cui esistono le storie dei vari personaggi, l'aria che essi stessi respirano.
In questo volumetto di duecento pagine, la filosofia non è il mezzo di trasporto per farti viaggiare nel percorso della vita, non è il treno, è il viaggio. Un viaggio che ti porta a visitare la cittadina di Maggese che più che un luogo, diventa idealmente un ambiente sospeso nella fantasia del lettore.
In questo modo il libro diventa uno spunto per una riflessione antropologica sull'importanza del banale, sulla necessità del superfluo, ma anche e soprattutto sul vero senso della vita e sull'importanza di ricercare il perché delle cose e l'origine di un pregiudizio, cercato scavando ostinatamente sotto il primo strato del visibile e del percepibile.
In alcuni capitoli, addirittura, il lettore viene preso per mano e obbligato prima a guardare il fondo marino da sopra il pelo dell'acqua, poi viene accompagnato ad immergersi testa e corpo sotto la superficie del mare a osservare con occhi nuovi una realtà che quasi mai corrisponde a ciò che si vedeva da fuori e lo sbalordisce letteralmente in un tripudio di forme, di movimenti e di colori inaspettati.
Una serie di racconti di vite umane che si intrecciano con un sottile disegno geometrico che visto nel suo insieme, solo al termine delle pagine riesce a raggiungere un complicato significato coerente, gratificando così il lettore. Tutto questo, non è mai pesante, mai ti stordisce, e, cosa non banale, fortunatamente, è condito da una sottile ironia che, come un palloncino gonfio di elio, solleva il racconto e lo alleggerisce del peso dei suoi contenuti seri e, nello stesso tempo, ti ricorda sempre che viviamo per gioco, senza averlo deciso davvero. Noi tutti siamo “obbligati” a vivere, volenti o nolenti, e questo libro ci costringe con delicatezza estrema a fare i conti con la vita.
No, questo libro non si legge tutto d'un fiato come l'ultimo thriller in libreria o come una bibita fresca d'estate: è bello leggerlo lentamente, pensandolo parola dopo parola, frase dopo frase, gustarlo lentamente come se fosse un ricercato thè aromatico proveniente dall'oriente più lontano. Solo leggendolo fino alla fine ci si scoprirà nudi di fronte allo specchio, smarriti di fronte alla propria immagine ormai irriconoscibile per la mutata capacità di giudizio generata dalle emozioni di questo splendido avvincente racconto.

volume acquistabile sul sito dell'autore http://marcocavaliere.it/

© Riproduzione riservata



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