"Legalità e buona amministrazione", se n'è parlato a San Marco In evidenza
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SAN MARCO ARGENTANO - Un’occasione di confronto, l’ascolto di un racconto commovente, una riflessione sulla politica. Il convegno su “Legalità e buona amministrazione”, organizzato dall’associazione Progetto Comune, che prende il nome dal gruppo consiliare di minoranza di San Marco Argentano, si è dipanato lungo un filo che parla di buone pratiche amministrative, o meglio di come l’interesse per il bene comune dovrebbe anteposto sempre dagli amministratori nella propria azione istituzionale. I relatori hanno affascinato il pubblico con una serie di riflessioni che, aldilà di ogni banalità, sono state incalzanti nei confronti di una classe politica che oggi manca, ad esempio, di una formazione adeguata.
Il capogruppo di Progetto Comune, Antonio Lanzillotta, ha introdotto il convegno rilevando quanto il tema proposto sia di attualità e stia a cuore a un gruppo consiliare di minoranza che tiene comunque a non far mancare la propria voce a favore dei cittadini e a organizzare occasioni di discussione di qualità superiore come quella su legalità e buona amministrazione. La consigliera Glauca Cristofaro ha rilevato la necessità della consapevolezza del proprio ruolo e della denuncia delle illegalità e illegittimità, anche laddove alcune scelte possano sembrare impopolari. Il consigliere Paolo Cristofaro ha portato la sua esperienza della scuola di formazione per giovani amministratori dell’Anci, dove si è confrontato con 40 giovani provenienti da tutta Italia, a rimarcare la necessità di formazione di chi intende fare politica e candidarsi a cariche elettive nelle istituzioni pubbliche, un amministratore non dovrebbe mai improvvisarsi. Il dibattito è stato coordinato dalla consigliera (giornalista) Annalia Incoronato.
L’uomo politico - sosteneva Max Weber, citato da don Ennio Stamile - deve possedere tre virtù: la passione, il senso di responsabilità e la lungimiranza. Citando un’enciclica sulla politica di Papa Giovanni Paolo II, è stimolante poi dal referente regionale di Libera avere ricordato che essa appartiene a tutti e a ciascuno, richiamando quindi a un impegno e un interesse diretto dei cittadini alla cosa pubblica.
Se si parla di politica non si può non parlare di etica della politica, un tema sul quale si è soffermato Mario Muzzì (dell’associazione Risveglio ideale). Quando si parla del controllo delle liste elettorali da parte della commissione antimafia sembra quasi un alibi per la mancata assunzione di responsabilità che invece esiste e va individuata in capo ai partiti. Nessuno può dire di non sapere, di non conoscere le pendenze dei propri candidati. L’esigenza dei portatori di voti non deve nascondere la responsabilità morale di rinunciare ai candidati anche se solo sospettati di avere commesso illeciti. Da Muzzì l’invito a Valentina Russo, giovane studentessa universitaria relatrice al convegno, di proseguire con passione la strada dell’impegno della politica, senza tentennamenti e senza abbassarsi mai a compromessi.
Parlare di legalità nei Comuni non può prescindere dal tema della trasparenza, affrontato nella discussione dalla presidente del Consiglio comunale di Paola Emira Ciodaro. Le maglie della burocrazia e i meccanismi amministrativi si prestano troppo spesso alle infiltrazioni di chi non guarda al bene comune ma a interessi particolari, dagli appalti con ribassi minimi agli affidamenti diretti il rischio di passare sul filo dell’illegalità è breve.
Particolarmente emozionante è stato l’intervento di Antonino Bartuccio, ex sindaco di Rizziconi e oggi testimone di giustizia. La sua è una vita blindata per avere denunciato le illegalità nel suo Comune e avere fatto arrestare gli esponenti di una cosca di ‘ndrangheta. “Non ho fatto nulla di straordinario”, ha continuato a ripetere, “non dovremmo neanche parlarne perché la trovo una cosa normale, non è coraggio ma solo aver svolto il mio dovere”. Il testimone di giustizia sente il peso di aver messo in una situazione “scomoda” anche i figli e i genitori anziani ma ha deciso di non lasciare la Calabria perché convinto della sua decisione e del peso morale che si traduce in esempio positivo.
Al suo fianco si è schierato il presidente della commissione regionale anti ‘ndrangheta Arturo Bova, che ha invitato i sindaci e le amministrazioni comunali a essere sempre presenti alle udienze dei processi in cui sono testimoni gli amministratori, sarebbe un segnale di forza dello Stato contro lo strapotere delle cosche di ‘ndrangheta. Bova ha poi parlato della sua esperienza come amministratore e rilevato che i sindaci e gli amministratori locali sono in trincea come dimostra la violenza con cui spesso vengono fatti oggetto di attentati. La sua idea di buona amministrazione passa attraverso lo strumento del bilancio sociale, che consente una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica del proprio Comune.
A questo proposito i consiglieri di Progetto Comune ricordano di avere proposto a San Marco Argentano l’istituzione del Question time civico, uno strumento regolamentato che permetterebbe ai cittadini di porre direttamente quesiti di interesse generale ai propri amministratori. Questo consentirebbe di recuperare quella distanza che purtroppo, a causa di cattivi esempi, si sta allargando tra comunità e istituzioni.
Le conclusioni sono state affidate ad Angela Napoli, che nel libro intervista “L’antimafia dei fatti” racconta non soltanto il risultato del suo impegno ventennale nelle istituzioni ma anche il poco coraggio che la classe politica ha avuto nei confronti di se stessa. Come una normativa ancora più stringente sulla corruzione e la possibilità di aggredire il patrimonio dei politici corrotti. Se è vero che la criminalità organizzata è una delle cause del mancato sviluppo della Calabria, non si può tacere quanta responsabilità hanno avuto le classi dirigenti che hanno sempre avuto un orizzonte temporale molto corto, guardando appena alla loro rielezione e non alle generazioni future.
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Emanuele Armentano