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La Cgil chiede trasparenza all'Arsac

La Cgil chiede trasparenza all'Arsac

COSENZA – (Comunicato stampa) «L’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), per quanto riguarda la normativa vigente in materia di trasparenza e anticorruzione, non gode di buona salute». Lo scrive Davide Colace della FP-CGIL e Coordinatore del Comitato Iscritti Arsac che aggiunge: «Il sito istituzionale, www.arsac.calabria.it, è fermo a Novembre 2015 in tema di aggiornamento della pubblicazione degli atti deliberativi; il direttore generale dell’Arsac, da oltre due anni alla guida dell’ente, contrariamente a quanto è previsto dalla legge in materia, non pubblica il suo curriculum e la sua remunerazione annua e neanche il curriculum e la retribuzione annua dei suoi dirigenti.

Si deve aggiungere che lo stesso sito istituzionale riporta l’Atto aziendale definitivo, come se lo stesso fosse stato approvato dalla Regione - come prescrive la L.R. 66/2012 - si tratta di un’informazione ingannevole, perché oggi vige legittimamente solamente l’atto aziendale provvisorio.
Il cosiddetto Atto definitivo, del quale abbiamo chiesto ripetutamente la bocciatura alla Regione Calabria, oltre ad essere inutile e dannoso a nostro parere è anche desueto, inutilizzabile proprio perché nel frattempo il Consiglio Regionale ha modificato significativamente proprio la legge istitutiva dell’Arsac (vedi L.R. n. 5 del 12/2/2016)…
Nel turbinoso succedersi di nomine, deposizioni e ri-nomine, che hanno accompagnato l’ente (nuova legge regionale, con annesso un cambio di denominazione e status giuridici e modifica dell’articolato della legge istituiva, in corso d’opera) sono stati rinnovati incarichi dirigenziali in piena e preoccupante continuità tra le giunte regionale succedutesi.
Al contrario di quanto prevede la legge non sono state ancora adottate procedure comparative di selezione per il reclutamento del quadro dirigente della neo Azienda. Fra un mese circa scadono detti incarichi dirigenziali. Dobbiamo attendere ulteriori proroghe?
Le delibere nn. 101/14, 102/14, 109/14, 65/15, 69/15, 71/15, prodotte dal Direttore Generale ARSAC, come è noto, solo in seguito a nostre ripetute segnalazioni pubbliche, che ne denunciavano il carattere “discrezionale”, sono state revocate e, quindi, riconosciute “ex post” quali “non legittime”…
Questa organizzazione sindacale ha chiesto la revoca e, ad ogni buon conto, segnalato al dip.to agricoltura anche altri atti deliberativi (Del. nn. 204/15, 232/15, 261/15, 263/15) per analoghe ragioni.
Nel mentre l’Amministrazione tarda ancora nelle procedure del contratto decentrato 2015 - e del 2016 non si vede traccia – siamo costretti ad apprendere dalla stampa di un un possibile conflitto d’interesse del Direttore Generale dell’ARSAC, relativo ai tempi della sua nomina… di certo questa struttura sindacale ha già provveduto a segnalare il caso alle strutture regionali competenti in materia di trasparenza e anticorruzione.
Si tratta di una segnalazione di non stretta competenza sindacale ma sembrava, per lo meno, prudente farlo, poiché in Arsac la responsabilità della prevenzione della corruzione (D.lgs. 190/2012) è proprio in capo alla stessa dirigenza che non pubblica i propri curriculum e compensi.
Questa struttura sindacale, assieme alla rappresentanza unitaria sindacale (RSU), ha da tempo chiesto un confronto alla Giunta Regionale sull’andamento e sullo stato di salute dell’Azienda. Finora senza ricevere alcun riscontro. Rinnoviamo la nostra richiesta pubblicamente, rammentando alle autorità preposte al controllo dell’Azienda ed alla programmazione di Settore agricolo l’urgenza del confronto».

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