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Ferramonti candidato a Patrimonio dell'Umanità In evidenza

  • Nonostante il bilancio positivo, non mancano le polemiche
Il sindaco Roberto Ameruso Il sindaco Roberto Ameruso

TARSIA – Il Campo di Concentramento di Ferramonti di Tarsia è ufficialmente candidato ad essere patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco. È questa la notizia che arriva all'indomani della chiusura delle celebrazioni della Giornata della Memoria. A dare l'annuncio è il sindaco tarsiano Roberto Ameruso il quale già durante la manifestazione aveva lanciato la proposta di candidatura per il sito dell'ex campo di concentramento quale patrimonio dell'umanità.

«Durante una riunione tenutasi nei giorni scorsi nel comune di Carolei -spiega Ameruso-, dove si parlava anche dell'esperienza di Ferramonti, ho avuto modo di porre ufficialmente e pubblicamente questa nostra volontà. Qualche giorno dopo -dice- ho avuto la comunicazione da parte del Comitato Calabria per la candidatura come patrimonio dell'Unesco proprio per la presenza dei requisiti del nostro ex campo di concentramento. Mi sono stati spediti i moduli che saranno messi all'attenzione del consiglio comunale che, ritengo, sarà felice e orgoglioso di approvare un documento di questo tipo e avviar l'iter che consentirà di arrivare a questa candidatura a tutti gli effetti. Già questo interesse, che proviene dagli organi competenti alla istruttoria. è per me una vittoria». Così Ameruso, dunque, si prepara al nuovo passo per l'importante riconoscimento. Sul bilancio della settimana dedicata alla Memoria di Ferramonti, Ameruso non ha dubbi sulla riuscita e la partecipazione che, il 27, ha avuto punte di oltre 2mila persone. «In media -dice- 500 persone, soprattutto ragazzi provenienti da tutta la regione e non solo, hanno visitato il nostro sito. Abbiamo avuto la presenza anche da fuori regione per un bilancio assolutamente positivo. Le tre “bimbe” di Ferramonti (nate e vissute nell'ex campo di concentramento) hanno poi portato la loro testimonianza anche nelle scuole di molti comuni vicini. Purtroppo -aggiunge- non sono potute andare dappertutto perché impegnate nell'allestimento della nuova sala museale, che diventa sempre di più un luogo di ricchezza di memorie al plurale perché si sta riprendendo quel filo che è l'umanità di Ferramonti che, ritengo, per molto tempo non sia stata valutata». Lo stesso ricorda come a Ferramonti fossero internate “tante personalità” che oggi tornano “in vita” in un “microcosmo di storie di umanità e di solidarietà che viene fuori a 360 gradi”. «Questi aspetti -commenta Ameruso- hanno finalmente trovato una esatta connotazione che è suffragata da fonti storiche che hanno portato questa amministrazione comunale a chiedere il riconoscimento importante della medaglia al valore civile per atti di umanità e di solidarietà tenuti nei confronti degli internati». E nel definire “storica la giornata del 27 gennaio che ha visto l'incontro tra l'arcivescovo di Rossano, mons. Giuseppe Satriano e il rabbino capo di Napoli, il sindaco sottolinea come l'aspetto dell'ecumenismo per la prima volta sia stato al centro dell'evento. «Il presidente Oliverio -dice ancora- ha parlato dell'impegno che la Regione ha intenzione di mantenere nei confronti di questo sito per farlo vivere 365 giorni all'anno, con un progetto da realizzare su Ferramonti che tenga conto di questa grande presenza di giovani, che potrebbe essere un progetto per far fruire questo grande patrimonio di memorie al più ampio numero di persone possibile». Ma se tutto questo è stato positivo, qualcosa a Ferramonti deve ancora essere sistemato, soprattutto in termini di enti e ruoli che ruotano attorno al Campo. «Il fatto che si realizzino altre manifestazioni su Ferramonti -commenta Ameruso- è un elemento di ricchezza, e il fatto che ci siano altri enti che vogliano divulgare questa grande storia per me è un motivo di orgoglio. Il punto forse riguarda l'entrata in campo della nostra amministrazione, voglio precisare un dato storico perché è suffragato dagli atti del consiglio comunale che ha fatto delle scelte all'unanimità, perché riteniamo sia una cosa di tale rilevanza che non ha maggioranza che tenga. Abbiamo creato appositamente una commissione consiliare che ha lavorato e ha portato dei documenti all'esame del consiglio e dopo una lunga istruttoria si è giunti a fare delle scelte importanti che hanno portato il comune a rendersi ente autonomo nella gestione del sito di Ferramonti questo perché abbiamo ritenuto, sono atti ufficiali, che l'esperienza delle fondazioni avesse creato un po' di problemi anche con l'ente comunale. Abbiamo rivisto tutta la storia fatta di documenti e ci siamo resi conto che c'erano state grandi difficoltà per arginare i problemi. Il comune ha avuto l'intenzione di uscire da questo circuito e agire autonomamente. Io credo che i risultati parlino da soli. Credo che su Ferramonti non si debba fare nessuna strumentalizzazione politica, l'ente comune è l'unica istituzione ad essere legittimata dal consenso popolare. Pertanto siamo l'unica istituzione a portare la questione Ferramonti su tutti i livelli istituzionali, nessun altro -sottolinea- è legittimato da parte del comune ad utilizzare il sito o il nome di Ferramonti diversamente da quello che è l'aspetto istituzionale. Qualsiasi altro ente voglia mettere in discussione questo aspetto, credo sia in malafede aprendo una pagina che vorrei non si aprisse mai, perché la riterrei vergognosa e chiederei di fare non uno ma 100 passi indietro». Nelle conclusioni Ameruso puntualizza: «Quando finirò il mio mandato di sindaco non sarò mai il presidente di una fondazione Ferramonti o di un altro ente che abbia questa denominazione. Non perché io non sia interessato alla memoria, tutt'altro. Starò dall'altra parte del tavolo e contribuirò affinché questo grande patrimonio diventi sempre più patrimonio dell'umanità. La politica deve fornire le condizioni affinché gli altri operatori, gli storici e gli appassionati, abbiano a cuore e portino avanti i progetti. Gli enti morali devono essere enti morali e non politicamente strumentalizzati».

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