San Marco chiede a gran voce un punto vaccinale anti-Covid
- Scritto da Alessandro Amodio
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SAN MARCO ARGENTANO - «I miei concittadini non sono di serie B, né tanto meno figli di un dio minore!». È adirato il sindaco Virginia Mariotti, che sulla questione vaccini anti-Covid e specificatamente sulla presenza di un punto vaccinale nel comune capofila dell’ambito Esaro non le manda certo a dire.
La sua protesta è stata inviata a tutte le autorità preposte: dal Ministro della Salute al Commissario nazionale per l'emergenza sanitaria; dal presidente f.f. della Regione Calabria al Commissario ad acta per il piano di rientro sanitario; dal Direttore generale e Commissario dell’Asp a quello del distretto Esaro-Pollino; dalla Protezione Civile nazionale a quella regionale; ed anche al Prefetto. Nella stessa si rileva «come l’arma più efficace per fermare l’avanzata del Covid-19 e per combattere il contagio è la vaccinazione, operazione necessaria a mettere in sicurezza soprattutto le persone più anziane, vulnerabili e fragili». Bene, a San Marco deve ancora concludersi quella degli ultraottantenni eseguita finora negli ambulatori del Capt (Centro assistenza primaria territoriale) all’interno dell’ex ospedale chiuso e mai riconvertito in Casa della Salute. Merito di tutto ciò va ascritto all’Amministrazione comunale, con la fattiva collaborazione di personale amministrativo, medici, volontari della Misericordia e di Protezione civile, per il supporto offerto al direttore del Distretto, dottor Di Leone, e al personale in servizio. Ora, però, il centro sammarchese, che ha allestito un bel punto vaccinale presso la palestra dell’Istituto d’Istruzione superiore, a tutt’oggi, non risulta ancora inserito in piattaforma sebbene - tramite un impegno economico rilevante a proprio carico - sia in possesso di tutti i requisiti richiesti. «Non ci sembra corretto – protesta la Mariotti – che i soggetti fragili, vulnerabili o ultraottantenni che accedono alla piattaforma, non trovino disponibilità nei centri vicini, mentre viene consentito loro di prenotarsi fuori provincia, soprattutto in luoghi come Vibo Valentia, Serra San Bruno, ecc.». Perciò ritiene che «sia fatta chiarezza al più presto sulla distribuzione delle dosi, perché è aberrante leggere sui media che altrove è iniziata la vaccinazione dei soggetti sessantenni, senza alcuna prenotazione, mentre qui non si riesce ancora a completare quella degli ultraottantenni ed estremamente vulnerabili e fragili».
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