Lirangi incontra i cittadini e accusa Rumanò di menzogne In evidenza
- L'ex sindaco punta il dito contro gli avversari e spiega “come stanno i fatti”
- Scritto da Eugenio Ribecco
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- Pubblicato in Esaro Politica
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TERRANOVA DA SIBARI - Durante l'atteso incontro con la cittadinanza, tenutosi domenica 19 alle 17:30 presso la sede della lista Nuova Terranova, l'ex sindaco Luigi Lirangi ha preso la parola per fare chiarezza su numerosi aspetti della gestione amministrativa passata e attuale.
Con piglio deciso e documenti alla mano, ha svelato quello che definisce un “disegno di mistificazione” orchestrato dagli avversari politici per screditare il suo operato. L'incontro, durato circa due ore con gli interventi di Simona Di Stasi, Massimiliano Smiriglia e Debora Zicaro, ha visto una partecipazione straordinaria di cittadini. Al centro delle sue dichiarazioni vi è il piano di riequilibrio finanziario, che ha suscitato discussioni anche durante la campagna elettorale. Lirangi ha accusato l'attuale maggioranza di aver fatto passare un messaggio fuorviante, dipingendo il Comune come un ente sull'orlo del dissesto finanziario, la cui condizione sarebbe stata determinata dalle politiche e dalle scelte della vecchia giunta. Anche l'ex sindaco, come aveva fatto già Rumanò nella nostra intervista, ha chiarito che il problema deriva da una situazione preesistente, legata a scelte economiche passate e che ancora oggi continua a pesare sulle finanze comunali. Tuttavia, Lirangi ha voluto correggere un'affermazione recente del sindaco, che aveva parlato di “situazioni ataviche” legate ai debiti e ai mutui che il Comune deve fronteggiare fino al 2050. «La scadenza -ha precisato Lirangi- in realtà è nel 2044», evidenziando che grazie ai decreti legge 66/2014 e 35/2013 è stato possibile permettere al Comune di «far fronte ai debiti commerciali accumulati in passato. Grazie a queste leggi -ha aggiunto-, siamo riusciti a gestire i debiti e abbiamo dovuto anche sistemare la rendicontazione del DL 35 che era stata fatta in modo impreciso prima del nostro intervento. Nonostante le difficoltà -ha sottolineato- abbiamo scelto di continuare a lavorare redigendo il piano di riequilibrio finanziario, necessario per uscire dalla crisi».
Ma le accuse all'attuale maggioranza non si risparmiano: «Hanno diffuso un messaggio ingannevole durante la campagna elettorale -ha detto-, secondo cui i tributi non sarebbero stati da pagare. I tributi vanno pagati! Perché se i cittadini non adempiono agli obblighi fiscali -ha evidenziato-, si arriva inevitabilmente a procedimenti legali, come gli atti ingiuntivi o, nei casi più gravi, al pignoramento».
Non sono quindi mancate le critiche per la superficialità con cui la maggioranza sta affrontando la gestione della cosa pubblica. «Un conto è fare promesse e chiacchiere durante la campagna elettorale -ha detto-, un altro è amministrare seriamente». Bollino rosso sullo slogan elettorale della squadra di governo, che recitava, ha detto: «Chi ha poco, paghi poco, chi ha nulla, paghi nulla, chi ha molto, paghi molto». «Tali dichiarazioni non sono realistiche e rischiano di creare aspettative errate tra la popolazione».
L'appropriazione indebita dei meriti su opere pubbliche progettate e avviate dalla vecchia amministrazione è stata l'altra accusa contro Rumanò, mettendo in evidenza come “molte delle infrastrutture di rilevanza per la comunità, tra cui la mensa scolastica, l'ostello e il progetto per il castello, siano state realizzate sotto la sua guida”, sollevando dubbi sull'effettivo contributo dell'attuale sindaco.
Sull'acquisizione del castello l'ex sindaco ha chiarito che fu la sua amministrazione a credere fermamente in questo progetto e a ottenere i finanziamenti necessari per portarlo avanti. ricordando l'impegno diretto profuso per ottenere i fondi.
La critica, poi, si è estesa anche alle difficoltà che l'attuale amministrazione avrebbe incontrato nel portare avanti i progetti di rilievo, denunciando i notevoli ritardi nel disbrigo delle pratiche amministrative. «Questo l'ho saputo -ha commentato- da alcuni dirigenti regionali che hanno manifestato preoccupazione per l'incapacità di interloquire con gli uffici competenti». Il riferimento è al progetto CIS Calabria “Svelare bellezza”, che prevede un ulteriore finanziamento di un milione e mezzo di euro per la sistemazione interna del castello, ma che, a suo dire, sarebbe ancora in attesa di approvazione o, peggio, sarebbe stato messo da parte.
Sul Belvedere ha detto «sta subendo un ingiustificato ostracismo, considerato che sta venendo osteggiato in modo “indegno” e che l'amministrazione non sarebbe riuscita neppure a completare l’arredamento della struttura, rischiando -ha concluso- di vanificare un’importante opportunità per lo sviluppo turistico del paese».
È chiaro che con questi toni la tensione politica non è destinata a scemare.
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Emanuele Armentano