Il capitano Abrescia trasferito a Reggio Calabria In evidenza
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SAN MARCO ARGENTANO - Il capitano Giuseppe Abrescia ha lasciato il comando della Compagnia sammarchese assumendo quello del Nucleo informativo di Reggio Calabria. Prima di lasciare la cittadina normanna, dopo ventisette mesi di permanenza, ha tracciato un bilancio dell’attività svolta dai militari di stanza nel comprensorio nelle dieci Stazioni dell’Arma che operano sul territorio dell’Esaro – Arberia
nei sedici comuni: da Sant’Agata d’Esaro a Santa Sofia d’Epiro, passando per centri più grandi come Roggiano Gravina, Spezzano Albanese e appunto la sede di San Marco Argentano. In questo periodo si sono registrati alcuni arresti eccellenti per droga, in conseguenza del ritrovamento d’un panetto di oltre un chilo di cocaina occultato sotto il sedile di una Mercedes a Roggiano Gravina a maggio 2017, grazie all’ausilio dei carabinieri agli ordini del luogotenente Stanislao Porchia. La punta dell’iceberg è stata, comunque, rappresentata dal duplice omicidio avvenuto nel cimitero di San Lorenzo del Vallo ad ottobre 2016, che portò al fermo d’una persona poi condannata a trent’anni di reclusione. Diversi gli arresti, alcuni dei quali per tentato omicidio, sfruttamento del lavoro nero ai danni di extracomunitari, violenza sessuale, mentre per tentata violenza - anche ai danni di minori - ed atti di bullismo sono stati diversi i denunciati. Tanti i controlli ambientali effettuati in frantoi, autolavaggi, autofficine e siti inquinati da materiale illecito, effettuati di concerto con il maresciallo Alberto Cestino, comandante di stazione a San Sosti. Passando ai numeri, in questi mesi sono state sequestrate ben 3.878 piante di cannabis, molte delle quali rinvenute a Roggiano; oltre un chilo e 200 grammi di cocaina; 3,5 kg. di marijuana e 2,3 kg. di hashish tramite attività di repressione e prevenzione sul territorio. Sono diminuiti, invece, del 30% i reati predatori quali furti, e scippi. Un’anomalia riscontrata è stata quella degli incendi d’autovetture, non avvenuti come luogo comune per “estorsione” ma spesso per altri motivi, anche futili. In buona sostanza, pur con un organico carente l’attività è stata determinante per il contrasto ai reati più comuni ma anche per scovare traffici illeciti e garantire alla giustizia i colpevoli. Nel definirla «un’esperienza altamente formativa», il capitano Abrescia ha passato il testimone al suo collega Oscar Caruso, messinese d'origine ma proveniente dallo squadrone “eliportato” dei Cacciatori di Sardegna, che ha già preso servizio.
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Emanuele Armentano