Rinvenuti 8 fusti con liquido nero lungo la sponda del Crati In evidenza
- E' allarme ambientale, il sindaco chiede una caserma del Cfs
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TARSIA – Disastro ambientale sfiorato e tanta amarezza per un territorio che, ancora una volta viene prese di mira da ignoti senza scrupoli. Ieri sera, infatti, lungo la strada ad argine del fiume Crati, nel comune di Tarsia, sono stati rinvenuti ben 8 barili contenente liquido nero di cui ancora non si hanno notizie certe. Scatta l'allarme e l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Ameruso si attiva al fine di scongiurare il peggio. È lo stesso primo cittadino, infatti, questa mattina a lamentare tutto il proprio disappunto per il grave attentato all'ambiente. «Siamo intervenuti per bonificare l'area ed evitare che la questione degenerasse. Va da sé -precisa- che la situazione è fuori controllo considerato che il nostro territorio è grande ed attraversato da diverse aree come l'Autostrada, la Statale 283, ecc.».
Per il sindaco, dunque, la cosa assume aspetti molto preoccupanti, definendo il gesto gravissimo poiché “avvenuto su una strada in cui vige un'ordinanza di chiusura al traffico” poiché interessata non molto tempo fa dalle esondazioni del fiume Crati. «Non solo è stata violata l'ordinanza -sottolinea Ameruso- ma peggio i fusti sono stati abbandonati sulla sede stradale e uno di questi era anche rotto. Stiamo facendo le indagini sul liquido contenuto ma da una prima analisi pare siano oli esausti, la cosa è preoccupante perché sarebbero potuti finire sia nel Crati che in un canale del Consorzio di Bonifica». Sulla vicenda indagano i Carabinieri della stazione di Terranova da Sibari e quelli della Compagnia di San Marco Argentano, tutti agli ordini del Capitano Giuseppe Sacco, e lo stesso primo cittadino assicura di voler inviare una nota alla Procura della Repubblica con annessa denuncia contro ignoti. «Ho intenzione di incontrarmi con il procuratore -continua Ameruso- perché questo problema è stato anticipato sin dall'anno scorso, quando avevamo chiesto una caserma del Corpo Forestale dello Stato, considerato che riteniamo il nostro territorio esposto a diversi reati ambientali, essendo esso molto sensibile sia poiché attraversato da importanti reti stradali sia perché c'è una riserva naturalistica, con due fiumi importantissimo quali l'Esaro e il Crati». Per Ameruso, comunque, i responsabili potrebbero essere individuati con l'analisi del liquido, considerato che nella zona ci sono “diverse attività che hanno vasche contenenti liquidi da smaltire”. «Sono ipotesi non suffragate da prove -conclude- ma è una pista che stiamo seguendo».
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