Ad accogliere i visitatori d’oltre oceano nella sede del Consorzio, il Presidente Pietro Serra per poi accompagnarli in un tour piccante nei vari campi di peperoncino nella Valle dell’Esaro. Non è bastato scattare qualche foto, ma i visitatori hanno preferito approfondire la loro esperienza entrando in contatto con la gente del luogo, cercando di conoscere le tradizioni, le curiosità offerte dalle meravigliose coltivazioni presenti e che ti fanno appassionare solo ascoltando i nomi delle varie varietà Naso di Cane, Pizzitano, Diavolicchio, Spagnoletta.... Il presidente Serra dal canto suo ripeteva che “Non è Peperoncino se non è di Calabria” ma possiamo tranquillamente dire che non sei stato in Calabria se non ti sei perso visivamente fra le coltivazioni e non hai assaporato l’emblema della nostra terra! Alla base del nuovo trend turistico innanzitutto la crescente consapevolezza del patrimonio enogastronomico e artigianale calabrese, dei gusti e dei gesti che meritano di essere riscoperti e tramandati e che i viaggiatori si mostrati interessati, aperti a questa storica produzione, desiderosi di apprendere le fasi di produzioni e di lavorazioni, un training didattico sul campo, divertente ma soprattutto utile per imparare a riconoscere cosa c’è davvero dietro un ingrediente dalla storia di chi lo produce, alla filiera che permette di portarlo in tavola. Il concetto di vacanza si è decisamente evoluto, passando dall’idea di “mangiare bene godendosi il servizio” a quella di “mangiare responsabilmente” dopo aver partecipato a tutte le fasi che portano il cibo dal territorio al piatto. Il nostro patrimonio enogastronomico non è solo il prodotto in sé ma è la storia che esso si porta con sé, per questo reputiamo importantissimo poter far fare queste esperienze, per poter offrire ad i nostri ospiti la conoscenza del peperoncino e poterne fare in seguito la differenza, la nostra regione è la patria di questa eccellenza ed per noi è e sarà sempre un piacere poter valorizzare il nostro prodotto.