Infatti, dopo aver curato nell’estate 2021 uno dei cinque tavoli strutturati organizzati dalle Nazioni Unite nell’ambito del “Food System Summit”, ovvero il Vertice mondiale sui sistemi alimentari tenutosi a New York, sul tema “Nuovi abitanti e lavoro agricolo”, organizzato e curato dall’Unical, stavolta, per conto dell’università di Viterbo ha tenuto di recente all’Università nazionale giapponese di Kyoto, una presentazione su «Approccio all'agricoltura biologica in Italia e Giappone». È stato, in pratica, un workshop sui metodi ibridi. L’evento, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri italiano, dal FEASR (Fondo europeo per lo sviluppo rurale agricolo) e dalla Kyoto University Graduate School of Pharmacy Research, è stato molto prezioso poiché chiamato «alla presentazione di ricerche sui progetti di agricoltura biologica in fase di sviluppo in entrambi i paesi». «Sono due paesi simili in termini di superficie e cultura alimentare – ha affermato Provenzano – e si stanno sviluppando in modo significativo. L'Italia, però, ha una politica d’espansione dell'agricoltura biologica da parte di governi e amministrazioni, che risulta piuttosto benefica anche per l'economia, quindi per il Giappone c'è ancora molto da seguire». L'Italia, pur con l’area agricola biologica di tutta la sua terra è molto più avanti del Giappone, che è allo 0,6%, come affermato dal professor Akihiro dell'Università di Kyoto a proposito del "Piano del villaggio organico di Okinawa". Per l’Italia è stata interessante la storia del "Biodistretto”.