A Tarsia nel Piccolo Teatro va in scena "Prove Aperte"
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TARSIA - Prove Aperte torna in scena domenica 25 febbraio al Piccolo Teatro Popolare di Tarsia con una doppia replica alle ore 18,30 e alle 20,30 già sold out. Lo spettacolo di Libero Teatro si terrà nel nuovo teatro in piazza San Francesco, allestito grazie ad un protocollo d’intesa con il Comune di Tarsia, dall’associazione culturale Luci nelle Grotte che, nata due anni fa come compagnia di teatro amatoriale, ha l’obiettivo di promuovere attività teatrali sul territorio. “Vogliamo portare il teatro anche in una zona periferica come la nostra, ospitando spettacoli di compagnie professioniste. L’idea è di riuscire ad avere in futuro un vero e proprio cartellone.
Abbiamo scelto di ospitare Prove Aperte perché è una commedia brillante che parla dei problemi del mondo del teatro, cercando così di sensibilizzare il pubblico oltre a farlo divertire” afferma il direttore artistico dell’associazione Flavio Casella. Lo spettacolo scritto e diretto da Max Mazzotta, vedrà sul palco insieme a lui anche gli attori Graziella Spadafora e Paolo Mauro.
Prove Aperte racconta le vicende di tre teatranti calabresi Mimì, Cocò e Carminuzzu (folle regista dei nostri tempi) alle prese con l'allestimento di uno spettacolo da rappresentare in un importante teatro con pochi giorni a disposizione e con una compagnia ridotta al minimo indispensabile.
La forza di Prove Aperte sta sicuramente nell’irresistibile, surreale comicità dei personaggi; se Carminuzzu è un regista talmente pazzo da costringere i compagni a improvvisare una scena che ha come protagonisti una soppressata e un salumiere, Mimì e Cocò sono degnissimi rappresentanti della vasta gamma di manie, vezzi, isterismi e sindromi compulsive che caratterizzano gli attori. La sincerità della loro follia fa sì che ciò che avviene in scena risulti nello stesso tempo del tutto incredibile e assolutamente verosimile; il pubblico viaggia sospeso fra questi due opposti, domandandosi per tutto il tempo se i personaggi sul palcoscenico siano tre poveri guitti, oppure degli artisti talmente grandi da risultare incomprensibili. Al di là della risposta che ciascuno spettatore si darà, lo scopo dello spettacolo è proprio quello di stimolare domande e allo stesso tempo raccontare, con l’esplosiva leggerezza della comicità, il dramma della vita nel teatro, le quotidiane difficoltà con cui si scontra chi si rassegna a fare della poesia, del sogno e dell’immaginazione il proprio mestiere; la fatica, l’amore e la follia che ne costituiscono la straordinaria essenza.
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