Tragedia di Cutro, strutture della "Don V. Matrangolo" pronte ad accogliere i superstiti
- Scritto da Roberto Galasso
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CERZETO - Pronti ad accogliere nelle proprie strutture i sopravvissuti della tragedia che si è consumata sulle coste dello Steccato di Cutro. La disponibilità è arrivata dall’ associazione “Don Vincenzo Matrangolo” che ha tra i suoi scopi primari il sostegno, l’accoglienza e la tutela dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo e profughi di guerra e che da più anni ormai fa parte del sistema SPRAR.
La tragedia di domenica scorsa ha sconvolto e smosso le coscienze di tutti gli italiani, in particolare dei calabresi e di chi opera da sempre per i migranti, dai soccorritori, ai volontari, alle istituzioni ed associazioni. Il presidente del sodalizio culturale Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa, ha manifestato sin da subito la disponibilità immediata ad accogliere nelle proprie strutture i superstiti dell’immane tragedia, mettendo a disposizione le proprie équipe, by-passando la prima accoglienza per dare maggiore tutela a chi ha vissuto la disperazione ed il terrore, assistendo alla morte dei propri familiari. Ieri, anche a Cerzeto come in tutta la regione, recependo il decreto del Governatore della Calabria Roberto Occhiuto, è stato proclamato il lutto cittadino per esprimere cordoglio e vicinanza per le decine di vittime del naufragio accaduto sulle coste di Crotone. Il sindaco di Cerzeto, Giuseppe Rizzo, l’amministrazione comunale ed i dipendenti, insieme al presidente dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo”, Giovanni Manoccio, e all’equipe multidisciplinare del Sai “Cerzeto Solidale”, hanno osservato un minuto di silenzio e deposto una corona di fiori dinanzi al monumento cimiteriale della frazione Cavallerizzo di Cerzeto, creato dallo scultore Raffaele Castiglia, realizzato con le croci dei defunti senza nome e dedicato agli emigranti. Nel corso della mattinata l’equipe multidisciplinare del Sai “Cerzeto Solidale” si era ritrovata insieme al presidente Manoccio ed al sindaco Rizzo per un momento di riflessione. “Non possiamo rimanere inermi, abbiamo il dovere di parlarne per smuovere le coscienze. Non è più accettabile pensare - è stato ribadito - che è da irresponsabili partire quando, invece l’irresponsabilità sta nel non assumersi le proprie responsabilità di fronte a questo dramma”.
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