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Il processo "Senza Terra" si conclude con una raffica di assoluzioni In evidenza

Il processo "Senza Terra" si conclude con una raffica di assoluzioni

CORIGLIANO ROSSANO - Raffica di assoluzioni, perché il fatto non sussiste e per decorrenza di termini, per il maxi processo scaturito dall’operazione denominata “Senza Terra”, portata a termine nell’ottobre del 2012 nella città dell’ormai ex comune di Corigliano dalla Guardia di Finanza del Nucleo Operativo di Polizia Tributaria di Cosenza. Si è concluso lo scorso 6 di maggio il maxi processo omonimo, che come si ricorderà aveva suscitato forte clamore in tutta Italia.

Un’operazione che “scoperchiava” un vaso di Pandora di un sistema consolidato e rodato, volto a truffare l’Inps, tanto da suscitare indignazione nel mondo politico e dei sindacato, fino ad arrivare alla ribalta dei media nazionali, tacciato come quello che sembrava essere un sistema Calabria. Insomma un supermarket per la compravendita delle giornate agricole. Ma, dopo dieci anni, l’operazione della polizia giudiziaria si è trasformata in una bolla di sapone. Il collegio penale, presso il Tribunale di Castrovillari (presieduto dalla dottoressa Giuseppa Ferrucci, a latere i giudici Marianna Ferrante e Rosamaria Pugliese) ha emesso il dispositivo di sentenza, le cui motivazioni verranno depositate entro i canonici 90 giorni. Erano 62 i capi di imputazione contestati a vario titolo agli imputati. Tra questi associazione a delinquere, peculato, corruzione, concussione. Tutti reati, che secondo l’accusa, sarebbero stati perpetrati al fine di truffare l’Inps per un valore di 11 milioni di euro. Tra gli arrestati Antonio Caravetta, all’epoca membro del consiglio provinciale di Cosenza e del consiglio comunale di Corigliano Calabro, nonché direttore del patronato Epas, e i suoi stretti collaboratori Giorgio Pucci e Cosimo Damiano Potentino. Nell’ambito dell’operazione furono emesse quindici custodie cautelari e venti obblighi di firme e, inoltre, posti sotto sequestro il patronato e beni immobiliari per un valore equivalente all’importo truffato (11 milioni). Per la Guardia di Finanza vi era l’esistenza di circa quattromila braccianti agricoli, i quali avrebbero incassato, indebitamente, denaro per le indennità previdenziali di disoccupazione e malattia agricola dietro il versamento di somme di denaro per la compravendita di giornate agricole con il Patronato Epas diretto da Caravetta. A seguito di numerose udienze, con l’escussione di numerosi testi, tra questi tutto il personale della pg che si era occupato delle indagini. Tuttavia non si è mai presentata, nonostante le reiterate convocazioni, l’ex direttrice dell’Inps di Rossano, Maria Giovanna Cassiano, ritenuta il super-testimone chiave, poiché era stata la persona che con la sua denuncia aveva fatto partire le indagini. Il 18/6/2021 la sentenza di proscioglimento nei confronti di numerosi imputati con il conseguente dissequestro degli immobili e la restituzione ai legittimi proprietari. Venerdì 6 maggio 2022 è stata emessa la sentenza di “non doversi procedere” ai sensi dell’art. 531 cpc per la contestata associazione a delinquere nei confronti di Antonio Carmine Caravetta, Cosimo Damiano Potentino (difesi dagli avvocati Francesca Caracciolo e Paolo Pisani), Sergio Berardi (difeso dall’avvocato Andrea Salcina), Luciano Campilongo (avv. Giuseppe Tagliaferri), Francesco Linardi (avv. Fabio Salcina), Francesca Lombisani (avv. Osvaldo Romanelli), Giorgio Francesco Pacifico (avv. Giuseppe Vena), Innocenzo Siciliano (avv. Mauro Mitidieri), Giuseppe Taranto (avv. Carnuccio e Fabio Salcina), Piero Andrea Zangaro (avv. Pasquale Di Iacovo), Antonio Caravetta, classe 1961 (avv. Brandi Cordasco Salimena). La Corte ha, altresì, emesso assoluzione perché il fatto non sussiste nei confronti del direttore dell’Epas Antonio Carmine Caravetta, Giorgio Pucci e Francesca Lombisani per il capo 62, relativamente ai reati contestati di peculato, corruzione e concussione.
«Non si escludono azioni risarcitorie» si legge a margine della nota.

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