Ricoveri nel reparto Covid-19 a Rossano, Carino precisa In evidenza
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ROSSANO - «Al fine di dare una corretta informazione alla popolazione sull’avvio dell’attività di ricovero nel reparto COVID-19 dedicato insito nell’ospedale Giannattasio di Rossano, si precisa quanto segue». Così una nota a firma del Dr. Pierluigi Carino, Direttore Sanitario dello Spoke Corigliano Rossano, nella quale si fanno una serie di precisazioni circa le attività di ricovero nel reparto Covid-19 dell'ospedale di Rossano. Nel documento si legge: «L’attivazione, in esecuzione dell’Ordinanza Regionale n. 82 del 29/10/2020, è avvenuta in urgenza nella serata del 30/10/2020 sulla scorta di una richiesta impellente, da parte della Direzione Medica dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e della Centrale Operativa 118 di Cosenza, di accogliere dei pazienti provenienti da una Casa Alloggio per Anziani che non potevano essere ricoverati presso l’Annunziata di Cosenza per indisponibilità di posti letto.
In tempi brevissimi, e grazie all’abnegazione del Dr. Giampaolo Malomo e dei suoi medici specialisti pneumologi nonché di infermieri e operatori socio sanitari, cui tutti va il nostro sentito ringraziamento, si è proceduto a rendere operativa una area di degenza all’uopo strutturata nel corso della prima ondata della pandemia (a suo tempo non attivata in quanto non è stato necessario per il numero contenuto di pazienti in area jonica).
Nel corso di poco tempo si sono ottimizzati risvolti organizzativo assistenziali, non ultimo la dotazione di un emogasanalizzatore dedicato al reparto COVID-19, così da renderlo autonomo in una procedura indispensabile al governo clinico dell’ammalato.
Occorre precisare che il decesso avvenuto in data odierna nel reparto COVID-19 ha riguardato una paziente di 93 anni, affetta da gravi pluripatologie, sebbene adeguatamente assistita.
Nel reparto coesistono altri pazienti anziani fragili con pluripatologie in insufficienza respiratoria da polmonite interstiziale, quadro clinico tipico dell’infezione da COVID-19.
Si precisa altresì che è rientrato l’allarme di un paziente in nefrologia ricoverato prima dell’apertura del reparto COVID-19 (per il quale pertanto sin da subito si era esclusa qualsiasi relazione con il reparto di cui sopra) che era risultato positivo a un test sierologico (notoriamente meno puntuale dei tamponi in quanto esprime frequentemente falsi positivi) ma che a seguito di un tampone oro-faringeo è risultato negativo per il Covid-19».
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Emanuele Armentano