"Voto di scambio", ad Amendolara rischia di saltare la lista numero 2 In evidenza
- Scritto da Franco Maurella
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AMENDOLARA - Sulle elezioni amministrative di Amendolara incombe il rischio che venga ritirata la lista n° 2 “Amendolara torna Amendolara” della quale è candidato sindaco Francesco Martorano, supportata principalmente dal Pd e Sel. A spiegare le ragioni di un intento clamoroso che priverebbe Amendolara di un democratico confronto tra i due schieramenti in competizione, è Mario Melfi in veste di candidato consiglio comunale che denuncia “un abuso d’ufficio perpetrato dalla giunta comunale lo scorso 2 maggio”. Melfi, sindaco di Amendolara per due mandati consecutivi, è basito nel riscontrare “in modo così palese, in piena competizione di rinnovo degli organi comunali, una dichiarazione per iscritto di voto di scambio da parte di una amministrazione comunale”. Melfi definisce “voto di scambio” la determina n° 35 con la quale la giunta comunale eleva da 30 a 35 ore settimanali l’orario di lavoro dei lavoratori socialmente utili stabilizzati nel 2008, peraltro dall’allora sindaco Mario Melfi.
“Una deliberazione a futura memoria” la definisce Melfi che la spiega evidenziando “l’aumento delle ore lavorative dei sette dipendenti stabilizzati e fissazione al 1 luglio 2016 la decorrenza del suddetto aumento ad intervenuta approvazione del Bilancio di Previsione 2016”. “Una deliberazione del nulla – aggiunge -, che non ha nessuna consistenza amministrativa, che prende in giro innanzitutto gli stessi dipendenti comunali interessati”. “In pratica – spiega Melfi – il sindaco Ciminelli Salvatore Antonio, il vice Aprile Pasquale e l’assessore Scigliano Gregorio, stabiliscono quanto la futura amministrazione comunale dovrà compiere: siamo in presenza di un delirio di onnipotenza. Ancora più tragicomica la posizione dell’assessore Gregorio Scigliano che non ha ripresentato la candidatura a consigliere, ma che ordina quello che dovranno fare gli altri”. Una deliberazione che secondo Melfi è frutto “dell’audacia dei tre della giunta a sfidare ogni regola democratica, ogni codice deontologico”. “Qui si sfida la legge – sentenzia Melfi -, pur di carpire qualche misero voto facendo leva sul disagio dei dipendenti”. Per il candidato al consiglio comunale la posizione più assurda sarebbe quella del ragioniere comunale il quale “attesta la regolarità contabile che sarà prevista nel redigendo bilancio di previsione 2016”. Questa la contestazione di Melfi che ritiene si voglia scatenare a tutti i costi “la guerra tra i poveri, stravolgendo la competizione elettorale”. Non intende ricorrere alla Magistratura, considerata la grande storia culturale e civile di Amendolara, per denunciare quanto esposto. Ma neanche la Lista è disposta ad assistere inerme “al mercato dei voti con le armi più disparate, con una deliberazione che ha superato il limite della decenza”, pertanto si sta riflettendo “su un nostro possibile ritiro dalle elezioni comunali” poiché “se queste sono le nuove regole del candidato Ciminelli la nostra Lista non ha motivo d’essere”.
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