Due liste per un solo candidato, a San Lorenzo del Vallo Rimoli "sfiderà" Motta In evidenza
- Scritto da Giuseppe Montone
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- Pubblicato in Esaro Politica
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SAN LORENZO DEL VALLO – L’opposizione abdica al proprio ruolo, rinuncia (o non riesce?) a fare una lista e consegna di fatto la gestione amministrativa del Comune nelle mani del sindaco uscente Vincenzo Rimoli e dei suoi collaboratori. La notizia, in realtà, era già nell’aria da tempo e i tanti indizi erano ben più di una prova. Stamattina, pertanto, è semplicemente arrivata l’ufficialità. Tant’è che dopo le incertezze protrattesi fino alla vigilia della scadenza fissata per la presentazione delle liste, si è ben pensato di eludere la trappola del quorum ricorrendo alla più classica e scontata delle liste civetta.
A capeggiare quest’ultima (Sosteniamo San Lorenzo – Per crescere insieme) sarà l’assessore uscente Pasquale Motta, affiancato da altri tre componenti della maggioranza uscente: Cosimo Aita, Davide Gaeta e Michele Verrino. Del resto, affidarsi ad un’unica lista, confidando in un “voto di fiducia”, avrebbe esposto Rimoli e compagni (San Lorenzo libera – Bene comune) a troppe incertezze. Meglio non rischiare, quindi. Sorprende, semmai, l’assenza dell’opposizione. Se è vero, infatti, che alla passata tornata elettorale la sconfitta fu nettissima (26,84% dei voti contro il 73,15%), è altrettanto vero che progressivamente – tra dimissioni e “rinunce” – il ruolo della minoranza è andato sempre più sfumando fino a diventare quasi del tutto impercettibile. Uniche voci fuori dal coro quella dell’imprenditore Eugenio Ciliberti e quella del consigliere di minoranza Vincenzo Scorza, che hanno tentato fino alla fine di far sentire il proprio dissenso e la propria contrarietà rispetto alle scelte politico-amministrative della maggioranza. Ma di ricandidarsi, Scorza, non voleva saperne e lo ha annunciato lui stesso, poco tempo fa, sulla pagina del suo profilo Facebook. Ecco, quindi, che tra le incertezze i silenzi ed i rinvii imposti dal lockdown e dalla pandemia del Covid-19, i “preparativi” (si fa per dire) sono durati ben più del previsto. Ma senza fortuna. Sebbene la stampa sia rimasta a lungo in disparte e non abbia stuzzicato più di tanto le parti in causa, i tentativi di dar vita ad una o più liste da contrapporre a Rimoli ed alla sua maggioranza ci sono stati, eccome. Senza, però, produrre nulla di concreto. Ci ha provato una dama “di ferro”, poco incline alla diplomazia e all’umiltà, con un progetto mai decollato. Qualcun altro ha provato a costruire una lista intorno all’ex sindaco Luciano Marranghello, ma anche in questo caso – sia per le perplessità dello stesso Marranghello che per una serie di difficoltà oggettive – non se n’è poi fatto nulla. Ci ha provato anche l’imprenditore Eugenio Ciliberti, da sempre estimatore dell’avvocato Antonio La Torre, ma senza riuscire ad ottenere la disponibilità delle persone di qualità ed esperienza che avrebbe voluto coinvolgere. Ci hanno provato altri ideologi illuminati ben nascosti nell’ombra e alla fine rimasti intrappolati ed ai margini. Ci ha provato finanche il “picconatore” da tastiera Matteo Seimuri – impietoso e spietato censore dell’operato della maggioranza uscente – senza però riuscire a convincere il giovane “preparato e ben voluto” da lui individuato come leader ad accettare la prestigiosa candidatura alla carica di sindaco. Di fronte a questo deludente e sconfortante panorama, il sindaco uscente – che pure aveva a più riprese manifestato la volontà di non ricandidarsi (tant’è che per la sua successione si erano già fatti i nomi dell’assessore Maria Angelica Stamato e del vicesindaco Nicola Piragine) – si è visto quasi costretto a tornare sui propri passi. Anche perché tutti i componenti della maggioranza stessa hanno preteso e voluto la sua ricandidatura. E così è stato. La scelta di dar vita ad una lista civetta è maturata, almeno così sembrerebbe, solo negli ultimi giorni. Una scelta strategica tanto puntuale quanto comprensibile, vista la difficoltà di raggiungere il quorum previsto dalle normative vigenti. Resta, tuttavia, la sconfitta politica di un paese che vede fortemente compromesso l’imprescindibile confronto tra maggioranza e minoranza. Una sconfitta di tutti, indistintamente. Tanto della maggioranza, quanto della minoranza. Un paese ha bisogno di alternative, di confronto (duro, ma leale), di diversità di vedute. Un paese ha l’obbligo di creare i presupposti per avvicinare soprattutto i giovani alla politica ed alla vita amministrativa. Ecco perché i prossimi cinque anni saranno importanti non solo per i progetti già in cantiere (e che daranno, nelle intenzioni di Rimoli e compagni, un volto ed un impulso nuovi a San Lorenzo del Vallo), ma anche per ricostruire una coscienza politica e una passione concreta in grado di ridare al paese quella dialettica che sola può garantire sviluppo e crescita.
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