Michel Fingesten e Riccardo Ehrman: storia di un dono In evidenza
- Un quadro realizzato per l'esperienza vissuta a Ferramonti
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TARSIA - Oggi 25 gennaio 2019 nella sala delle conferenze del Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, il sindaco Roberto Ameruso ha presentato al pubblico il quadro "Calabrische Elegie", opera del maestro Michel Fingesten donata da Riccardo Ehrman, anche egli internato a Ferramonti.
La storia del dono è davvero singolare: l'opera -una delle ultime del maestro Fingesten- era stata donata alla madre di Riccardo Ehrman, Giuseppina Thorn, come “ricordo e ringraziamento l'assistenza che lei gli aveva prestato”...
Un dono di gratitudine e di amicizia preesistente all'internamento a Ferramonti. La signora Ehrman e Fingesten avevano frequentato insieme l'università di Vienna, dove non c'era il bando contro gli ebrei.
Il titolo del quadro “Calabrische elegie” è fortemente tematico, sintetizza, infatti, il dramma storico con la vicenda personale. Lo capiamo dal termine Elegia che etimologicamente e letterariamente significa canto funebre, mesto, melanconico.
Il disegno, fatto a penna con inchiostro di china, rappresenta Fingesten stesso, internato a Ferramonti come emblema di tutti gli internati: le spalle curve per il peso angosciante di un destino ignoto e in prossimità del limite, la cui rappresentazione è connotata allo steccato con filo spinato, dal cartello esplicito e dalla garitta.
Con tratto leggero e sicuro Fingesten disegna una scena inquietante in cui la vita appare sospesa, impedita: l'albero secco protende al cielo i suoi rami nodosi, le baracche bianche e desolate si specchiano negli acquitrini paludosi, l'aria è attraversata da corvi neri e un gatto randagio non sa dove andare...
Il disegno del gatto all'angolo destro del quadro mi pare una citazione occulta (ma non troppo, direi piuttosto un tributo di tenerezza) di Lorenzo Lotto: si pensi alla rappresentazione iconica della sua Annunciazione. Anche lì c'è un gattino spaventato come se avvertisse l'incombere di qualcosa di straordinario...
Riccardo Ehman -il giornalista Ansa che per primo diede al mondo la notizia della caduta del muro di Berlino- con generosità e intelligenza ha voluto donare il quadro (rinvenuto tra i ricordi vari della madre nella residenza di Madrid) a Ferramonti come il luogo sacro e giusto per la memoria, affinché i cittadini di Tarsia e i visitatori possano fruirne.
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