Festeggiati i 10 anni di gemellaggio con la comunità di Bra
- Scritto da Alessandro Amodio
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- Pubblicato in Esaro Cronaca
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SAN SOSTI - Ricorrono quest’anno dieci anni del patto d’amicizia tra San Sosti e Bra (Cuneo). L’ha ricordato, nella sua recente visita nel cuneese, il sindaco sansostese Vincenzo De Marco. Avvenne esattamente i1 29 settembre 2007 quando – già allora in videoconferenza – venne siglato il gemellaggio tra i due Comuni. In municipio, ricevuto con la sua delegazione dal sindaco braidese Bruna Sibille e da altri amministratori, si è tenuto l'incontro anche con la presenza dell’”Associazione sansostese dei calabresi di Bra”. «Quest'anno – ha rimarcato De Marco – è il primo decennio di gemellaggio e vogliamo che questo patto continui a crescere.
In questi anni abbiamo portato avanti scambi culturali, visite reciproche, progetti e perciò bisogna continuare dritti su questa strada». Oggi sono circa mille i calabresi a Bra, e gran parte di loro, all’incirca duecento, provengono proprio da San Sosti, la cittadina del Pettoruto. La maggior parte di loro si è trasferita in Piemonte da tanti anni, soprattutto per motivi di lavoro. E fra questi c’è l’attuale vicesindaco di Bra originario proprio di San Sosti, ovvero Massimo Borrelli. Nel salutare i sansostesi, lo stesso Borrelli ha dichiarato: «Le amministrazioni che si sono succedute in questi anni hanno lavorato per raggiungere l’obiettivo del gemellaggio, per questa ragione dobbiamo continuare ad impegnarci in questa direzione». De Marco, dal canto suo, ha ribadito che «avere a Bra un vicesindaco d’origini sansostesi non può che riempirmi d’orgoglio insieme a tutti i concittadini». Al caloroso incontro ha partecipato anche Gianni Comoglio, vicesindaco di Bra all’atto della firma del gemellaggio nel 2007. Presente anche Giuseppe Calonico che coordina l’associazione dei sansostesi, sodalizio che è stato ricordato come «realtà importante e promotrice anche d’eventi solidali come, ad esempio, la raccolta di beni di prima necessita per aiutare le popolazioni terremotate». Tutta gente semplice, arrivata qui per lavorare, che ha messo su famiglia e pur non scordando la provenienza si è davvero ben integrata nella realtà braidese.
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