La ferma condanna dell'amministrazione comunale di Tarsia sul duplice omicidio di San Lorenzo In evidenza
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TARSIA - «L’uomo non ha alcun diritto sulla vita di un altro uomo. Chiunque porti sulla sua coscienza la vita di un altro essere umano deve capire. Deve capire che NON È PERMESSO uccidere degli innocenti». Così si legge nella lettera aperta alla cittadinanza di Tarsia, firmata dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Ameruso, all'indomani del duplice omicidio di San Lorenzo del Vallo. I tragici fatti, che hanno visto cadere nel cimitero sanlorenzano Edda Costabile (77anni) e Ida Maria Attanasio (52), colpite da 10 proiettili in tutto, hanno scosso le comunità dell'intero comprensorio ed in particolar modo il borgo tarsiano dove la povera Ida Maria era sposata e viveva da anni. In quest'ottica, quindi, l'amministrazione comunale ha scritto: «L’uomo, qualsiasi agglomerato umano, qualsiasi organo, qualsiasi tipo di criminalità non ha alcun diritto di cambiare o calpestare il diritto sacrosanto alla vita.
L’essere umano, le nostre comunità, non possono vivere più sotto la pressione di una civiltà della morte. Serve una civiltà della vita. Occorre un’educazione civica che insegni -e obblighi, quando necessario- alla civiltà della vita!
Non può esistere alcuna giustificazione a tanta violenza. Non esiste alcun codice d’onore, non c’è vendetta tanto potente da giustificare l’uccisione di una persona innocente.
Allo stesso modo però non basta condannare. La condanna rischia di diventare una strada facile e rapida per scaricare sugli altri degli aspetti di noi stessi: il silenzio, l’omertà, la paura, la vendetta.
Non possiamo sbarazzarci della nostra “opacità”, della nostra reticenza, della nostra inerzia semplicemente condannando un fatto di sangue. Bisogna agire. E bisogna avere il coraggio e sentirsi in dovere di parlare – e di ascoltare.
Serve una società che non sia sorda al grido di aiuto di chi ci circonda. Una società educata all’ascolto, attenta ai più piccoli segnali di insofferenza, aperta alla collaborazione e totalmente contraria all’uso di qualsiasi forma di violenza.
Non dobbiamo cadere nell’errore di sentirci dei semplici osservatori. Siamo tutti coinvolti, e nel silenzio rischiamo di diventare addirittura colpevoli.
Niente al mondo è più pericoloso della sincera ignoranza e della coscienziosa stupidità.
Non si tratta di essere retorici, non si tratta di demagogia. Si tratta di essere finalmente “umani”».
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Emanuele Armentano