Il tempo non scorre per tutti alla stessa maniera
- Scritto da Domenico Marcello Gerbasi
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- Pubblicato in Vivere o esistere?
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Definire cosa sia il tempo è stato oggetto di speculazione filosofica in tutte le epoche, ed ancora oggi è elemento di discussione. Ma cosa il tempo rappresenti per noi e come esso possa influenzare le nostre esistenze è, forse, ciò che conta davvero. Molti si chiedono come si possa trovare il tempo da dedicare alle attività lavorative quotidiane non solo con senso di dovere, ma anche con impegno costante e proattivo, coltivare con passione gli hobbies che più ci piacciono e nello stesso tempo essere mogli o mariti o padri presenti e responsabili?
Ma chi ama la propria famiglia, il proprio lavoro e ovviamente anche gli hobbies che si è scelto, potrebbe rispondere qualcosa che ricordi ciò che, molti anni fa, mi insegnò mio padre: "Dove c'è gusto non c'è mai perdita" (...di tempo né di altro, aggiungo) e "Chi ha tempo non aspetti tempo", frase, quest'ultima, che egli mi ripeteva come un mantra.
Quando proviamo piacere nello svolgere le attività che amiamo, non ci preoccupiamo dell'impegno profuso per farle e, "miracolosamente", compiamo la vera magia, cioè "troviamo il tempo". Non si dice forse che "colui che ama il proprio lavoro non lavora nemmeno un giorno"? È proprio questa la chiave, la soluzione del mistero del tempo, la risposta alle nostre domande? Personalmente, credo che esistano due vite e che la seconda inizi quando realizziamo che viviamo tutti con un inesorabile conto alla rovescia. Allora si capisce perché è importante concentrarsi quotidianamente sulla parola magica "ottimizzare". Ottimizzare le nostre attività, dunque, significa tagliare tutti quei rami secchi che non ci possono né giovare né migliorare (riunioni con deboli finalità, associazionismo sterile, frequentazione di persone o compagnie troppo diverse da noi, partecipazioni a cene, incontri o eventi fini a sé stessi, attività poco produttive, eccetera). In fondo Einstein aveva ragione sulla relatività del tempo: egli sosteneva che il tempo scorre in maniera differente a seconda di dove si trovi l'osservatore col cronometro in mano. Non gli credettero, tanto che fu necessario compiere molti studi ed infine riuscire a dimostrarlo con l'"esperimento di Hafele-Keating" nel 1971. Presero tre orologi atomici (super-precisi) e ne lasciarono uno in un aeroporto, imbarcando gli altri due, ciascuno di essi, in un aereo che avrebbe volato attorno al mondo in direzione opposta rispetto all'altro aereo. Al termine dell'esperimento i tre orologi segnavano orari diversi, differenze di miliardesimi di secondo, vero, ma "diversi" perché il tempo è influenzato da vari fattori, anche dalla velocità.
Einstein aveva davvero ragione. Che conclusione possiamo dunque trarre noi da tutto ciò? Filosoficamente parlando, potremmo concludere con un bel "panta rei" (= "tutto scorre") e chiudere in bellezza citando Eraclito e facendo pure bella figura. Invece con un piccolo sforzo, ricollegandoci a ciò che è stato detto all'inizio sull'importanza di rendere significativo tutto ciò che facciamo, non possiamo non ricordare il bellissimo concetto greco antico del "aoristo". Aoristo significa "per sempre", "senza fine". Se qualcuno mi chiedesse cos'è l'eternità, io non avrei dubbi nel rispondergli: "...chiedetelo a Omero". Secondo voi non c'è forse l'infinito che congela per sempre lo sguardo che Ettore rivolge al suo figlioletto Astianatte, prima di combattere la sua ultima fatale battaglia? E non c'è forse l'immanenza dell'eternità nella luce dello sguardo di Ettore che penetra per l'ultima volta le pupille degli occhi di Andromaca, sua moglie, incurante delle sue suppliche?
"Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell'eternità", scriveva nel 1926 il poeta, pittore e filosofo libanese Khalil Gibran.
Riempiamo la nostra vita di tantissimi momenti di eternità e di piccoli gesti importanti che possano davvero arricchirla, darle valore e renderla degna di essere vissuta, ricordandoci dell'Aoristo. Non smettiamo mai di amare le persone che lo meritano, ma talvolta anche di "essere gentili a caso" (perché non è mai invano), di dedicarci alle attività che ci danno soddisfazione e alimentiamo la sete di imparare e continuare a conoscere. Viviamo e costruiamo il nostro "per sempre" valorizzando uno per uno tutti i suoi tanti "adesso".
Solo un'ultima cosa: forse è meglio cominciare subito, senza perdere tempo.
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