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Il rito del sabato pomeriggio

anna de blasiLa vita è fatta di riti, che si ripetono, moltiplicandosi in infiniti atti, come in una commedia. Uno di questi che mi accompagna, ed accompagna un po’ le donne in generale, è “la piega da sabato pomeriggio”. L’appuntamento settimanale dalla parrucchiera è un po’ come una seduta psicanalitica di gruppo. Fra una permanente ed un piega, passando per una tinta e delle meches, ci si racconta. Si narrano le gesta di vite quotidiane, a volte banali, altre splendenti, altre ancora complicate.

La passeggiata

anna de blasiIn questo appuntamento del Lunedì voglio raccontarvi una storia (vera). Succede anche nel 2014, anche nell’era del “Siamo tutti brillanti eternamente giovani e belli”, anche nell’era social, di poter essere soli. La solitudine non è sempre una condanna o una scelta, è un caso. Uno dei tanti casi della vita, che nasce da altri casi: la vedovanza, figli lontani o impegnati, o semplicemente figli di madri troppo intelligenti ed altruiste che con i fatti rendono la propria prole della vita, e non proprietà privata, amicizie non proprio tali o semplicemente “il logorio della vita moderna” che ci allontana gli uni dagli altri, cittadine con poche offerte ludiche/divertenti/culturali.

Smentendo luoghi comuni

anna de blasiCapita, non dovrebbe ma capita, di trovarsi in ospedale con il proprio/a figlio/a. Capita di dover fare dei controlli di routine, e che per varie circostanze esistenziali di fare la spola fra la Lombardia e la Calabria, Milano e Cosenza, in questi casi si notano le differenze, saltano agli occhi, ci si perde, durante le lunghe, interminabili ed  insostenibili attese nei corridoi nell’analisi di luoghi comuni.

L’attesa.

anna de blasiAttendere qualcuno o qualcosa è snervante,nella migliore delle ipotesi. I rimandi filosofici/letterari sono infiniti: uno su tutti Samuel Beckett, padre del teatro dell’assurdo. Aspettando Godot, la sua opera più nota, oltre ad averci spiegato molto sulla condizione umana, ( non è, forse, il destino di tutti aspettare qualcosa che non arriverà mai? Tutti noi chi più chi meno consapevolmente viviamo nel nostro privatissimo palcoscenico in attesa di quel Godot che non arriverà mai sulla scena) ed oltre ad essere anche una bellissima canzone di Claudio Lolli, è diventato un modo di dire. Ma anche l’attesa ha le sue sfumature. Essa può essere bella come il desiderio. Ed anche qui i riferimenti colti non mancano: dal (sempre) mio amatissimo Giacomo Leopardi all’adorato William Shakespeare, da “La sera del dì di festa” a “Romeo e Giulietta”, passando per la pubblicità del Campari. E’ vero: l’attesa è essa stessa piacere, desiderio, attimo sublime dia infinita emozione, bellezza palpitante. Basti pensare alle nostre di vite, al di là di Leopardi e Shakespeare. Nell’attesa di un ritorno o di una partenza è già insito il viaggio stesso. Così come nell’attesa di un bacio vi è già il sapore dell’amato. Gli esempi potrebbero essere infiniti, ma la mia mente corre veloce ai ricordi, quell’unico paradiso dal quale non potremo mai essere cacciati, per dirla con Sartre. E nei ricordi l’anima si perde nell’infanzia. In questo clima pre-natalizio ricordo l’attesa del regalo, dell’albero, della cena dai nonni, della recita scolastica, un’attesa che non ha avuto più la stessa intensità. Vale per il Natale, l’estate, il mare, se pur (mio malgrado o per fortuna, non saprei dire) molte emozioni giungono ancora da una me stessa bimba alla me stessa adulta, ma l’infanzia è lontana, passata, finita. Alcune emozioni le avevo accantonate. Fino ad oggi. Giorno in cui attraverso due occhioni, grigi ed immensi, ho capito cos’è il valore dell’attesa. Della felicità, e forse della vita. Con mia figlia gioco a “Ti prende mamma”, lei sta nel box, o in braccio a mia madre o al mio (quasi) marito, io corro verso di lei, e rido, e la prendo, e la coccolo. Nel momento in cui mi allontano per tornare lei ride di gioia, solo al pensiero che il gioco sta per ricominciare è felice. Nell’attesa, di me e del suo gioco preferito. Ed il suo sguardo gioioso è stato capace di spiegarmi molto meglio di tutta la poesia di Leopardi l’attesa della felicità. Senza parole, senza infinito né luna, l’attesa ha avuto un senso. Il più poetico. Il più vero.

Differenze

anna de blasiLo sappiamo tutti, ed anche le pubblicità, pur con il loro universo quasi perfetto e tutta la loro retorica, si sono adeguate: uomini e donne sono diversi. Diversi in tutti. Con buona pace dello spot di un noto farmaco i sintomi dell’influenza fra uomini e donne non sono uguali. Non è possibile che una donna con il raffreddore lavori, accudisca i figli, pulisca casa, faccia la spesa, la lavatrice ed uno shampoo, ed un uomo scriva testamento. Magari l’influenza per un uomo è davvero devastante.

Je suis Charlie

anna de blasiEbbene sì, anche io donna trafelata e mamma non perfetta, sono Charlie. Anche io che in questa rubrica mi occupo con ironia di differenze di genere e vita di donne normali, non posso non essere Charlie. Perché sono una giornalista. Perché sono una mamma, ed il valore più importante che posso e voglio insegnare a mia figlia è quello della libertà. Sono una donna ironica, sarcastica, adoro la satira, sempre, e quindi sono Charlie.

Migranze

anna de blasiL’eco delle feste è svanito da un po’ e non con la stessa velocità i chili da smaltire. Di solito qualcuno si prende in questi periodi, se poi di mezzo c’è anche il tuo matrimonio anche riuscire a respirare il 7 Gennaio senza starnazzare è già tanto. Perché non è vero che le spose non mangiano: io non ho saltato una portata, perché avrei dovuto? Certo ho ballato tanto, e forse qualcosa avrò bruciato (oltre ad aver strappato l’abito. Dicono che porti bene).

Giochi di genere

Ho sempre pensato, ancor prima di essere madre, semplicemente ora la mia convinzione si è rafforzata, che non bisognerebbe diversificare i giochi. Non esistono giochi per “femmine” e giochi per “maschi”. Esiste la creatività dei bambini. La loro poetica scoperta del mondo. E non è solo un mio principio femminista (dove è scritto, e se è scritto da qualche parte cancelliamolo, che una futura donna debba cucinare/lavare/stirare, e quindi sin da piccola educata a fare di questi giochi?) è buon senso.

Di memorie passate. E future

anna de blasiLa memoria è tutto ciò che abbiamo. Tutto ciò che siamo, noi siamo la nostra memoria. I nostri ricordi, le nostre scelte, il nostro passato, i nostri incontri. Se la memoria di ognuno di noi è la nostra essenza, la memoria storica è un dovere. Un patrimonio condiviso. Da pochi giorni è trascorsa la giornata della Memoria. E non è vana retorica ricordare ciò che successe. Solo ricordando possiamo rendere giustizia a vittime innocenti.

Mai più mutilazioni

anna de blasiIl sei Febbraio scorso è stata la Giornata Mondiale per l’eliminazione delle mutilazioni femminili. Secondo la stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono oltre centomila le bambine, ragazze, donne, che hanno subito questa atroce mutilazione. L’Africa è il continente in cui il fenomeno è più diffuso, ma questa pratica avviene anche in Medio Oriente, in alcuni paesi asiatici ed in alcune regioni dell’India.

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