Gestione rifiuti: De Bartolo scrive a Renzi e al ministro Galletti
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MORANO – (Comunicato stampa) Era il 18 febbraio scorso quando il sindaco di Morano, Nicolò De Bartolo, e l’assessore all’Ambiente, Biagio Angelo Severino, con una dura presa di posizione bocciavano il piano regionale di riordino del servizio gestione rifiuti solidi urbani derivante dall’attuazione della Legge Regionale n. 14/2014, che vincola i Comuni a condurre in forma associata le funzioni di organizzazione e governo degli scarti.
I due amministratori scrissero, in quella circostanza, una missiva al primo cittadino di Cosenza, ente capofila dell’omonimo Ambito Territoriale Ottimale (ATO) che raggruppa la provincia bruzia, muovendo importanti rilievi all’impianto della relativa Convenzione di adesione, la cui stipula è resa obbligatoria dal comma 1-bis, dell’art. 3-bis, del decreto legge 13.8.2011 n. 138, convertito in legge n. 148/2011, come modificato dalla legge finanziaria 2015 (art.1, comma 609, legge n. 190 del 2014).
Dalla città capoluogo la nota è transitata al competente Dipartimento Ambiente della Regione Calabria per le opportune valutazioni. Questi, riscontrando le osservazioni pervenutegli, ha ritenuto solo in parte ammissibili le integrazioni proposte dal Comune di Morano, non accogliendo quelle che, invece, il sindaco di Morano considera «di fondamentale importanza emendare».
«I risultati ottenuti a seguito della nostra iniziativa» afferma De Bartolo «non ci soddisfano completamente. Non possiamo permetterci il lusso di ritenere che poco sia meglio di niente. Non in questa vertenza. Abbiamo chiesto di modificare radicalmente l’articolo 11 della Convenzione, sopprimendo il Fondo di Garanzia, (che avrà un peso specifico sul Bilancio: € 0,50 per abitante) e cassando altre disposizioni in esso contenute e a nostro avviso insostenibili: ci è stato detto che non si può; abbiamo sollevato le problematiche inerenti al personale, all’impiantistica, alla “premialità” per gli enti virtuosi come il nostro: respinte anche queste. Soprattutto, poi, abbiamo sottolineato come la determinazione delle tariffe, debba riguardare autonomamente i Comuni e non l’ATO, in ragione dei risultati conseguiti dalle singole municipalità in termini di raccolta differenziata: ma, anche in questo caso la mozione è stata rigettata. Mi domando, allora: a cosa saranno serviti anni di sacrifici e impegno per aumentare la percentuale di differenziata e portarla al 68,88% (media certificata anno 2015) e 71% (ultimo dato di gennaio 2016)? Se queste sono le prospettive, se non ci sono margini di mediazione, non possiamo che ribadire la nostra ferma contrarietà agli ATO. Come si può pensare che un sistema rivelatosi del tutto negativo nel recente passato possa improvvisamente diventare efficace e funzionare adeguatamente? Ho chiesto al premier Renzi e al ministro dell’Ambiente Galletti un incontro urgente per discutere in merito, sperando si possa ancora invertire la rotta. Porteremo a Roma le nostre istanze. Altro che accettazione supina… come qualcuno va asserendo in pubblici consessi. Questo modello non ci piace e lo diciamo apertamente. Con atti concreti, visibili e verificabili».
Alle parole del Sindaco fanno eco quelle dell’assessore Biagio Angelo Severino: «Siamo fortemente motivati a portare avanti la nostra idea di conduzione del servizio rifiuti», dice l’esponente della Giunta moranese. «La gestione associata del ciclo rifiuti ci penalizzerebbe enormemente, vanificando sforzi e lavoro di un’intera comunità che nei prossimi mesi comincerebbe a vedere i frutti del suo impegno. Se le nostre istanze non dovessero produrre, integralmente, gli effetti sperati, dovremo sopportare ulteriori aggravi della TARI, tributo sul quale, nostro malgrado, siamo già stati costretti a intervenire stante la variazione del sistema di calcolo. E’ giusto, quindi, che i cittadini sappiano che entro il 6 aprile, se non vi saranno ravvedimenti, i Consigli Comunali appartenenti al nascente ATO Cosenza, saranno tenuti ad approvare l’adesione ad esso, ratificando, di fatto, decisioni assunte altrove e da noi affatto condivise. Pertanto», conclude Severino, «rifletto e osservo: perché mai dovremmo assumerci noi la responsabilità politica di ciò che non condividiamo?».
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