Esondazione del Crati, don Galizia convoca tavolo urgente per trovare soluzioni In evidenza
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CORIGLIANO ROSSANO - «In qualità di Parroco delle comunità di Apollinara e Thurio, invito le SS.VV. ad un incontro urgente presso la comunità di Thurio (in chiesa) per giorno 25 febbraio c.m. alle ore 17:00, ad un mese esatto dall’ultima esondazione, per discutere dei problemi inerenti la situazione del fiume Crati». Così esordisce nella sua missiva indirizzata alle autorità don Cosimo Galizia, già noto alle cronache per le sue battaglie in difesa dei propri parrocchiani vittime delle pericolosissime esondazioni del fiume Crati.
Fatti, questi, purtroppo noti e che hanno provocato una serie di danni non indifferenti nel corso degli ultimi anni. E' lo stesso don Galizia a fare un breve resoconto di quanto accaduto negli anni del suo ministero presso le comunità interessate. «Le prime 2 esondazioni -racconta- si sono registrate nel 2012 nella zona di Ministalla - Timparella. In quella circostanza furono coinvolte 6 famiglie. Le due rotture vennero ripristinate. Poi nel 2013 ci fu una esondazione nella zona degli scavi archeologici di Sibari, con ingenti danni noti alle cronache nazionali. Tra il 27- 28 novembre 2018 ci fu una rottura dell'argine nella zona Thurio Ministalla. In quella occasione vennero sfollate otre 200 persone dai vigili del fuoco, 9 famiglie coinvolte con danni alle loro case, e capi di bestiame morti. Il 14 dicembre del 2019 -continua- si è evitata un'altra strage a causa di un'altra rottura dell'argine che venne ripristinata subito grazie all'intervento dei vigili del fuoco e della gente del luogo. Il 25 gennaio 2021 l'argine cede in contrada Foggia, 20 persone allontanate, 6 famiglie coinvolte con danni alle loro abitazioni».
Alla luce di questi fatti, considerato il pericolo effettivo per la popolazione che vive queste aree, don Galizia ha deciso così di convocare il vescovo amministratore della diocesi di Rossano, mons. Giuseppe Satriano, il vescovo di Cassano allo Ionio, mons. Francesco Savino, il delegato ad omnia della diocesi di Rossano, don Giuseppe Straface, il Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio, il Questore di Cosenza, Giovanna Petrocca, l'assessore regionale Gianluca Gallo, i sindaci Flavio Stasi (della città), Giovanni Papasso (di Cassano), Roberto Ameruso (di Tarsia), Luigi Lirangi (di Terranova da Sibari) e le associazioni e i cittadini del territorio.
«L’invito che vi giunge -scrive ancora don Galizia- non è mio personale, ma scrivo e agisco per il bene collettivo, come parroco di una piccola comunità che ad oggi vive costantemente nella paura, soprattutto alla luce dell’ultima esondazione. Mi rivolgo a voi perché desidero chiedere la Vostra collaborazione al fine di cercare strategie comuni e celeri, che possano concretamente portare ad una soluzione definitiva del problema che riguarda il bacino del Crati. Scrivo a tutti i responsabili di Enti interessati, perché il problema è comune, anche se alla fine i danni e le conseguenze si riversano sulle famiglie dell’ultimo tratto di territorio attraversato, ossia proprio quelle della mia Parrocchia. Auspico un’attiva partecipazione, con l’invito a sentirci davvero uniti, come un’unica famiglia che agisce per il bene pubblico, quello di tutti, seppure nel rispetto dei ruoli istituzionali. La paura con cui la gente di questi territori è costretta a convivere ancora oggi, nonostante gli interventi “tampone” effettuati negli anni e nei mesi scorsi, mi spinge a convocare questo incontro per poter aprire una finestra di dialogo volta al raggiungimento di soluzioni concrete, ma anche perché si possa dare alle persone colpite da questa calamità una speranza e un gesto di vicinanza.
È bene che la gente che abita il territorio venga portata a conoscenza direttamente da voi di quanto è stato fatto – e per questo vi siamo tutti grati -, ma anche di quanto c’è ancora in progetto di fare per eliminare una volta per tutte il rischio di altre esondazioni. Ormai non si tratta solo di eventi “eccezionali” e rari, ma questa è diventata una realtà che si ripresenta quasi ogni anno, ogni volta che piove con maggiore abbondanza, specie in inverno. A tal proposito, è bene ricordare che ogni esondazione porta con sé molteplici danni materiali alle abitazioni, alle colture e agli allevamenti, ma anche – e soprattutto – un concreto pericolo per l’incolumità e la vita di quelle famiglie che si trovano coinvolte. Come parroco -conclude- sono vicino alla mia gente e desidero fare tutto il possibile per garantire l’incolumità di tutti».
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