Aeroporto nella Sibaritide, l'analisi di Sauve
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SIBARI – (Comunicato stampa Luigi Sauve per l'Associazione “LE ALI PER COSENZA”) L’Italia, turisticamente parlando e non solo, è un paese strano, deteniamo il 75% del patrimonio culturale del mondo e lo teniamo/ valorizziamo/ trattiamo, in maniera a dir poco pittoresca, questo, e non solo, ha contribuito, grazie anche alla nostra proverbiale teoria dell’infallibilità, a farci scivolare, tristemente, da un primo posto indiscusso, detenuto per un quarto di secolo, al settimo posto, a livello mondiale, per presenze turistiche sul territorio, surclassati dai non simpaticissimi francesi che da primi hanno il doppio del nostro gradimento e, temo, che lo scivolone sia ancora in corso.
Da sempre noi del sud ci diciamo che l’Italia è un paese a due velocità, una per il nord ed una per sud, definizione interessante, non onorevole, ma innegabile, ce ne lamentiamo noi del sud nei confronti del governo centrale dopodiché, ovviamente, noi calabresi siamo i primi a fare lo stesso.
La faccenda che ci occupa al momento è quella degli aeroporti, in una regione come la Calabria, che come diceva Placanica è lunga, stretta, difficile e lontana, da sempre una distinzione geografica tra Calabria Citeriore, parte nord, e Calabria Inferiore, parte sud, per ragioni estranee alla volontà di molti, la parte nord è costituita dalla sola Provincia di Cosenza, la parte sud da quattro.
Quindi, in Calabria, essendoci da sempre lamentati dell’Italia a due velocità, per non essere da meno abbiamo creato, infrastrutture aeroportuali parlando, la Calabria a due velocità, praticamente, a parità di posti letto, di chilometri di costa, di estensione territoriale, la parte sud ha tre aeroporti e quella nord nessuno.
In questo momento di difficile contingenza, con un’importante crisi nel settore aeroportuale calabrese, è molto giusto che le province con aeroporti a rischio chiusura alzino gli scudi, applaudiamo il sottosegretario al turismo, Bianchi, che ci dice che ”il problema aeroportuale calabrese è ormai una questione dirimente per lo sviluppo economico della regione”, la domanda che sorge spontanea è di quale parte della regione parla perché se è dirimente per uno sviluppo territoriale si deve intendere che la Calabria del nord, senza aeroporti, non deve o non merita di svilupparsi? Si deve intendere che la Provincia di Cosenza non ha diritto ad avvicinarci al cuore pulsante dell’Europa? Non ha il diritto di poter ospitare il turismo internazionale che, soprattutto fuori stagione, cerca mete turistiche nuove?
Francamente neanche la Provincia di Cosenza vuole rinunciare al suo sviluppo, e quindi al suo aeroporto, non ne vuole tre, non ne ha bisogno di tre, ma uno sì.
Sarebbe bello.
Certo sarebbe bello se tra calabresi si smettesse questa guerra fratricida tra poveracci che dura da tempo immemorabile e che come risultato ci ha reso l’ultima regione d’Europa, sarebbe bello se si potesse parlare di sviluppo non pensando solo al proprio orticello, sarebbe bello se i nostri politici non si ricordassero dell’aeroporto della Provincia di Cosenza e quindi dello sviluppo della provincia stessa, solo in campagna elettorale, sarebbe bello se giovedì prossimo, 19 gennaio, a Roma, i rappresentanti della Calabria parlassero dei problemi aeroportuali e di sviluppo dell’intera Calabria e non solo di una parte, sarebbe bello se il sottosegretario al turismo della Repubblica Italiana si ricordasse di essere Calabrese e non solo Crotonese, sarebbe bellissimo se la politica acquisisse quella lungimiranza necessaria per far diventare la Calabria la California dell’Europa, perché, francamente se lo merita.
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