Lavoratori Femotet incrociano le braccia a Cassano
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CASSANO JONIO – (Comunicato stampa) I lavoratori della ditta Femotet S.p.A. che a Cassano All’Ionio si occupano del servizio di nettezza urbana hanno incrociato le braccia. Lamentano quello che è il sacrosanto diritto di un lavoratore: lo stipendio, puntuale ogni mese, poiché essendo famiglie monoreddito non sbarcano il lunario. Oltre all’aspetto monetario c’è da porre attenzione alle condizioni disagiate con cui questi uomini compiono ogni giorno, con abnegazione e sacrificio, il proprio lavoro. Non hanno mascherine, guanti, scarponi, tute e gli automezzi sono fatiscenti tanto che dopo aver scaricato all’interno il contenuto dei cassonetti quello che resta dopo la messa in moto è una scia di percolato. Nonostante tutto, questi lavoratori, mettendo il bene della comunità al primo posto, hanno tirato avanti in questi mesi anche senza stipendio pur di non lasciare la comunità invasa dalla spazzatura. Ma purtroppo ad oggi non ce la fanno più.
I lavoratori Femotet si sono riuniti presso l’aula consigliare del Palazzo di città per ricordare ancora una volta i loro diritti a chi di competenza e hanno indetto una riunione alla quale ha preso parte il sub commissario di turno, dott. Rubino, e il segretario della CGIL comprensoriale, Vincenzo Casciaro che nel suo dire ha dichiarato: “i lavoratori si sono fermati non perché non vogliono lavorare, ma perché questa situazione non può più andare avanti. La ditta non dà loro nessuna sicurezza nello svolgimento del lavoro costringendoli a prendere i sacchi di spazzatura con le mani nude o lasciando gli automezzi senza revisioni o addirittura senza gasolio. Non è una situazione ammissibile se viene aggiunto il fatto che gli stipendi non vengono pagati con puntualità e si accumulano diverse mensilità”. “L’azienda è allo sbaraglio” ha riferito uno dei lavoratori “e dietro il suo fallimento sta trascinando anche noi perché nessuno ci fa più credito, stiamo perdendo la credibilità e essendo famiglie monoreddito non abbiamo le condizioni per andare avanti”.
Altra questione è il versamento del quinto dello stipendio per cui l’azienda avrebbe trattenuto sugli stipendi dei lavoratori ma in realtà non avrebbe mai versato a chi di dovere. Per ora il dialogo è stato aperto ma oggi i lavoratori, giustamente stanchi, hanno deciso di dire basta e chiedere “semplicemente” i loro diritti sacrosanti.
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