Concerto di Gambi per beneficenza a San Marco
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La maggioranza di Malvito invita a chiarire dopo le accuse di complotto
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Tentano di bruciare a Terranova due auto nella notte
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San Marco aderisce a “Strenne piccanti”
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Il comune di Tarsia ha consegnato ieri il nuovo scuolabus
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Roggiano, fiamme Gialle sequestrano beni ad esponente della Malavita cosentina
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Bimbo si sente male all'asilo. Trasportato in eliambulanza all'Annunziata
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Roggiano, manifestazione sul Farneto. Il Presidente del Consorzio al lavoro
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Roggiano. Ancora una notte al freddo per i manifestanti del Consorzio di Bonifica
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Anche San Marco si prepara a concorrere per la Bandiera Arancione
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Seminario su L’Arbëria tra passato e futuro al Liceo di Spezzano Albanese
Sciopero dei dipendenti del Consorzio di Bonifica, occupata la diga del Farneto
San Lorenzo, il campanile e la targa della discordia
SAN LORENZO DEL VALLO - «Levate quella scritta: è un insulto!».Un paese triste e soffocato da continue umiliazioni, senza cultura e senza il benché minimo rispetto per la propria storia. Un paese dove i resti ed i ricordi di ciò che è stato diventano patrimonio di pochi. Tra l’indifferenza e la prepotenza dei molti. Un paese che vive il suo presente sulle macerie di un castello da anni abbandonato a sé stesso, tra un centro storico in degrado, una torre Gentilino riposta nel silenzio della propria solitudine, un asilo parrocchiale in ginocchio innanzi all’indifferenza dei fedeli e tra le promesse e i proclami sempre uguali di gente sempre uguale. E come se tutto ciò non bastasse, poco più di dieci anni fa scese in campo, fiero e trionfante, anche l’allora parroco, per cancellare un piccolo frammento della nostra storia e per fare del caro vecchio campanile una sorte di spazio pubblicitario. Galeotta fu l’idea, figlia di superficialità ed autoritarismo gratuiti. Tra le proteste e lo sdegno, silenzioso e quanto mai intimo e privato, di molti cittadini. Una protesta omertosa, priva di coraggio e senza voce. Fatto sta che da quel fatale giorno sulla facciata principale del campanile della chiesa di San Lorenzo Martire l’antica scritta posta a ricordo di quello che un tempo fu il nome della strada principale del paese è scomparsa. Coperta, tappezzata da una fredda lastra di marmo che rammenta ai cittadini come l’orologio del campanile sia stato offerto da un istituto di credito della vicina Spezzano Albanese. Una targa che dal 1996 l’ex parroco don Giuseppe Belcastro aveva saggiamente e prudentemente riposto in un angolo. Diverso ed opposto il pensiero di don Gianni Filippelli, che pensò bene di coprire e cancellare un pezzo di storia che lui semplicemente non considerava tale. Una questione già portata, qualche anno fa, all’attenzione del parroco don Cosimo Galizia, ma senza troppa fortuna. Ci riproviamo ancora adesso con l'attuale parroco don Alfredo Pisani nella speranza che, magari approfittando dei lavori di ristrutturazione della chiesa tutt'ora in corso, lo stesso restituisca al paese un prezioso frammento della propria storia e cancelli finalmente il vandalico sfregio. Nell'ottica di un maggiore e più saggio rispetto del patrimonio culturale locale. “Strada Venezia”, intanto, è scomparsa. Cancellato anche il ricordo. Quella via dei Caduti (tempo fa ribattezzata viale della Libertà) che da anni ne ha preso il posto, sembra oggi più povera. La memoria e la storia vanno oltre le ideologie politiche. Ma non qui. Non a San Lorenzo del Vallo. Qui le tracce e i sentieri della storia e della memoria vengono scrupolosamente eliminati. Con meticolosa, e a volte addirittura chirurgica, precisione. Segreti della mente umana. Imperscrutabili.
Spezzano, il M5s e quel debito non pagato. La rabbia di Garofalo
SPEZZANO ALBANESE - «Gira, vota e riminijia su' tutti i 'na mala manera!». Una straordinaria perla di saggezza popolare tanto più valida e attuale se si parla di politica e di soldi - un binomio pressoché indissolubile.