Nei fatti – come spiegano in una nota – «il rendiconto di gestione 2019, appena approvato dopo la diffida del Prefetto, ha un disavanzo d’amministrazione lievitato di circa 900 mila euro, che porta il totale a quasi 1 milione e 800 mila euro». Volendo fare un excursus della vicenda, i consiglieri denotano che «nel 2015, dopo il riaccertamento straordinario dei residui il deficit era di poco oltre 1 milione di euro». Partendo da questo presupposto secondo l’opposizione consiliare «ora siamo in una fase di pre-dissesto». E questo evidenzia «l’inefficienza e l’incapacità dell’amministrazione a guida De Marco, che sta indebitando l’Ente ed anche i nostri figli». Perché questo? È presto detto. «Il primo piano di rientro – conclude la nota – è addirittura trentennale e ci vede indebitati con quote annuali di oltre 35 mila euro». C’è un’altra somma residua di oltre 184 mila euro proveniente dal «nuovo calcolo ordinario del fondo di credito di dubbia esigibilità» da ripianare in quindici annualità a partire dal 2021 con una quota annuale di oltre 12 mila euro. Di questa ulteriore somma, 147 mila euro provengono dalla cancellazione delle cartelle esattoriali da ripianare in cinque annualità con quota costante di oltre 29 mila euro. La rimanente parte, fino al raggiungimento del totale ovvero circa 570 mila euro oltre interessi, va pagata in tre annualità, dal 2020 al 2022, a partire dalla prima immediata di circa 220 mila euro fino alle altre due di poco più di 231 mila euro. Insomma, con tutte queste cifre c’è da perdere la testa – ironizzano dalla minoranza – e se tutto va bene siamo rovinati!».