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Terranova, l'autunno calabrese: priorità a lavoro e investimenti

Un panorama da Terranova e nel riquadro Smiriglia Un panorama da Terranova e nel riquadro Smiriglia

TERRANOVA DA SIBARI - «Per l'autunno calabrese le priorità sono lavoro e investimenti». Lo afferma Massimiliano Smiriglia, Vicesindaco e Assessore all’agricoltura di Terranova da Sibari. Questo il testo della sua nota: «Non ricordo a mia memoria un momento più complicato e tortuoso di questo per l’Italia e il Sud in particolare:

da un lato scontiamo le gravi conseguenze, particolarmente sul piano economico e occupazionale, della terribile pandemia che ci ha colpiti; dall’altro l’Italia è chiamata a cogliere con un vasto programma di riforme il nuovo scenario della politica europea. Uno scenario che, superata l’estate, ci pone di fronte ad un autunno con gravi prospettive soprattutto per le previsioni di crollo del Pil – oltre il 14% – e le conseguenti ricadute occupazionali che di recente lo Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) ha calcolato nel Mezzogiorno in 380mila posti di lavoro.Ecco che, al di là degli steccati politici, non possiamo perdere l’occasione una volta per tutte di “sfruttare” le ingentissime risorse europee per trasformare il Sud e la nostra regione, offrirgli una nuova rinascita che non passi da elargizioni e assistenzialismi, ma da un reale piano di investimenti in infrastrutture, digitalizzazione, sanità, ambiente, pubblica amministrazione e tutti quei segmenti della vita comune che facilitino l’imprenditorialità dei singoli. Questa è la chiave: tocca anche alla nostra coscienza chiedere ai Governi e ai “pianificatori” di darci ciò di cui abbiamo bisogno, non “contentini elettoralistici” ma strutture materiali e giuridiche adeguate per cogliere opportunità di crescita lavorativa. Altrimenti non cambierà mai nulla! In questo quadro, per quanto riguarda le mie competenze, ritengo di fondamentale importanza riscoprire e rilanciare l’agricoltura quale settore primario perché proprio nel corso dell’emergenza e della quarantena ha mostrato la sua essenzialità per le nostre vite: non possiamo non porci l’obiettivo di rendere questa immensa risorsa del Sud un fattore di interesse occupazionale e imprenditoriale per giovani donne e uomini della nostra terra. Nel nostro piccolo ne parleremo ad ottobre con la seconda edizione di “AGRI Terranova 2020”: un momento di confronto e di iniziative per valorizzare il nostro patrimonio e la produttività tipica locale. Ma soprattutto per contribuire a rafforzare il comparto agroturistico collegandolo ad una vera formazione scolastica di settore e ai crescenti livelli tecnologici sul mercato; la collaborazione con enti e istituzioni finanziarie per ogni attività necessaria nel campo dell’informazione progettuale e della consulenza; la libera imprenditorialità, senza la quale non resta alcuna possibilità di crescita economica. A meno che non ci si voglia ancora illudere che la politica e l’amministrazione siano uffici di collocamento: non lo sono. Tutto questo con l’obiettivo strategico di inserirsi pienamente nei circuiti del turismo enogastronomico in una logica di sostenibilità. Il traguardo, in questo senso, è la creazione di un Food Cultural District in grado di attivare la filiera del turismo esperienziale in forza delle specificità identitarie dei nostri borghi, quella dell’olio d’oliva e degli agrumi, per realizzare un vero “polo commerciale creativo”. Per questo percorso ovviamente non basta solo lo stimolo progettuale di un piccolo Comune, ma l’integrazione di tutti gli attori in campo a partire dalle Istituzioni e soprattutto dalla volontà delle persone: riscoprire e rilanciare il settore primario significa costruirsi in una nuova comunità di lavoratori che vogliono disegnare un proprio diverso futuro. La grande opportunità, insomma, di essere protagonisti di una “rivoluzione verde” che si regga sulla razionalità delle produzioni, su incentivi a ricerca e sviluppo, sulla riduzione dell’inquinamento e degli sprechi nella catena alimentare, sul contrasto ai cambiamenti climatici che sappiamo quali danni provoca ogni anno alle nostre produzioni. Ovvio, per questa via anche la Politica agricola comune europea deve battere un colpo rafforzando le dotazioni finanziarie per i piani di sviluppo rurale.Per quanto ci riguarda, come piccolo Comune, continuiamo ad evidenziare l’interesse informativo verso l’iniziativa “Resto al Sud”: i finanziamenti per l’imprenditoria agricola giovanile con agevolazioni che coprono il 100% dell’investimento (50% a fondo perduto e 50% tramite finanziamento bancario a tasso zero per un valore che può variare tra 60.000 e 200.000 euro). È chiaro che questa opportunità è legata principalmente alla volontà individuale di volerla cogliere. Il grande dibattito, inoltre, dei fondi europei attesi dall’Italia sulla base di un proprio e serio piano di riforme rilancia la nostra proposta alla Regione Calabria dell’adozione di un Piano agrumicolo e olivicolo regionale poggiando sulle risorse disponibili e non impegnate del Psr Calabria per interventi urgenti destinati alla realizzazione di nuovi impianti con varietà più rispondenti alle esigenze di mercato (primizie e varietà tardive); all’innovazione degli impianti di irrigazione per il risparmio idrico; all’accorciamento della filiera con la stipula di contratti commerciali che garantiscano l’equa distribuzione del valore. Non ultimo, peraltro, il Patto di rete tra i produttori che deve essere un modello di collaborazione tra imprese con obiettivi condivisi per la difesa dei prezzi e la commercializzazione dei prodotti. Un Patto retto da un quadro di regole generali basate, tuttavia, sulla libera adesione della singola azienda mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specialità. Una via per fare massa critica, aggregare le proprie forze e agire congiuntamente sui fattori innovativi e competitivi; attivando anche tutte le sinergie possibili con l’associazionismo agricolo. Ecco quindi il senso della nostra azione: coniugare capacità amministrativa e stimolo della libera iniziativa di cittadini e lavoratori. Per questo sollecito tutti noi a pensare che il riscatto del Sud dipende soprattutto dalle nostre forze e dalle nostre idee».

 

 

 

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