A Sant’Agata d’Esaro ben 70 tamponi rapidi negativi In evidenza
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SANT'AGATA DI ESARO - Nella cittadina dell’Esaro, sebbene il giorno festivo dell’altro ieri, sono stati effettuati ben 70 test antigenici rapidi, tutti con esito negativo. Una seconda giornata di screening ci sarà a giorni. L’Amministrazione comunale - che l’ha organizzata grazie alla donazione di una clinica del comprensorio - ha ringraziato il personale sanitario per l’esecuzione dei test: Francesco Guaglianone, Aldo Spinelli, Patrizia Vaccari e Maria Gallo, oltre agli agenti di Polizia municipale Francesco Provenzano e Giuseppe Borrello che hanno coordinato le operazioni del drive-in su Viale San Francesco.
Proprio a Sant'Agata i contagiati sono scesi a 5 (2 a domicilio, 3 ospedalizzati) e saliti a 10 i guariti. A San Marco Argentano, invece, l’ultimo bollettino ufficiale Covid-19 parla di alcuni positivi in più comunicati dal Dipartimento di Igiene pubblica dell'Asp. Salgono così a 15 i contagiati, 14 in isolamento domiciliare, uno ricoverato presso il reparto di Rianimazione dell’Annunziata di Cosenza. Solo 2, invece, quelli in quarantena fiduciaria. Sono 19 i positivi a Roggiano Gravina (17 a casa; 2 in ospedale), mentre è ad Altomonte, secondo l’Asp sono 19 a domicilio ed 1 ricoverato. Sono 21, tutti a domicilio, i positivi di Spezzano Albanese, mentre restano più o meno stabili i casi nel resto del distretto sanitario che fa capo alla città d’origini normanne. In sostanza, tra positivi vecchi e nuovi e qualche saliscendi di numeri tra guariti e neo contagiati, si viene a conoscenza però di altri tre altri casi, tutti operatori sanitari presso una Rsa del territorio, sperando che non sia l’anticamera di un quanto mai scongiurabile “focolaio”. In attesa di allontanare questa ipotesi, almeno due - una donna e poi – a distanza di qualche ora - un uomo – evitando d’incorrere in qualsiasi forma di “privacy” hanno voluto sfuggire a quella “caccia all’untore” che spesso si verifica. Entrambi vivono a qualche chilometro di distanza In due Comuni diversi), e sono conteggiati in aumento nelle rispettive residenze diverse rispetto a quella di lavoro e sono ambedue consapevoli d’esternare la loro storia. Una l’ha fatto ancor prima di fare il tampone molecolare, l’altro dopo averlo fatto. La volontà di renderlo pubblico è dipesa anche dal loro aspetto professionale per evitare le “solite chiacchiere” che purtroppo si fanno intorno a queste persone invece di rispettare la loro condizione di “ammalati”. Abituati a stare dall’altra parte della barricata e a prendersi cura di chi soffre hanno voluto così dirlo a tutti. Come dire “siamo contagiati, stiamo vivendo delle situazioni non belle ma evitate polemiche”. Tutti e tre stanno seguendo quanto disposto dalle autorità sanitarie, si augurano di uscirne e presto e raccomandano a tutti di usare le precauzioni necessarie.
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