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Ad Altomonte il “turismo culturale post-cannocchiale: l’arte diventa un’utopia!”

Un'opera di Paul Russotto donata ad Altomonte Un'opera di Paul Russotto donata ad Altomonte

ALTOMONTE - A distanza di poco più di un mese dalla riapertura del Museo Civico e dall’installazione del “fantasmagorico” cannocchiale esperenziale in piazza Tommaso Campanella, emblema del fallimento della gestione culturale e turistica dell’Amministrazione comunale a guida del sindaco Giampietro Coppola, dell’assessore alla Cultura Elvira Berlingieri e dell’assessore al Turismo Mario Pancaro, il focus delle Arti visive del Festival Euromediterraneo diventa una rassegna di giovani visual designer intitolata “Vuoto, utopia euromediterranea”.

Quest’anno la programmazione delle attività del Festival Euromediterraneo previste in questo mese di settembre e anticipate da un cartellone parallelo, denominato Summer Contest, vede l’apertura con il progetto curato e coordinato da un giovane illustratore originario di Altomonte, e realizzato da altri 15 giovani tra cui visual designer, grafici e foto-video makers, impegnati nella produzioni di 10 pannelli dislocati nel centro storico. Vogliamo ricordare che Altomonte, “isola d’arte del 300 Toscano in Calabria”, vanta una collezione di arte sacra di indubbia valenza: la tavola di Simone Martini, il San Ladislao d’Ungheria e il dittico di Bernardo Daddi costituiscono dei pezzi pregiati risalenti al Medioevo a cui si affiancano opere come la Madonna delle Pere attribuita a Paolo di Ciaccio, allievo di Antonello da Messina. Ciò a testimonianza dell’enorme potenziale artistico che il Museo esprime e a cui nel corso degli anni il Festival ha destinato una sezione importante, aprendo le porte anche all’Arte contemporanea. “Oggi, più che in altri momenti storici – ha dichiarato Tommaso Caporale, membro del movimento Altomonte protagonista – non bisogna distogliere l’attenzione da quello che abbiamo e soprattutto da quello che ci contraddistingue come patrimonio culturale. L’identità e la tradizione hanno un valore fondamentale tra gli elementi attrattori del territorio – ha continuato Caporale – nulla deve essere lasciato al caso. Pensare al “Vuoto” nel nostro centro storico è un concetto sbagliato. Abbiamo tanto da valorizzare e non bisogna dare messaggi devianti. Il nostro borgo è “Pieno” di espressioni artistiche millenarie tra architetture ed opere. Occorre solo guardarle in maniera diversa e non spostare l’obiettivo verso una visione utopica. Tommaso Moro nel suo racconto dal titolo Utopia (1516) aveva un desiderio di rinnovamento che riguardava il mondo sociale e le istituzioni dell’epoca in Inghilterra e si servì dello strumento del paragone con un’altra città per mettere in rilievo i difetti della propria. Vuoto e Utopia non sono termini che rappresentano una visione prospettica verso il futuro. E pensando alla modernità e a nuove forme espressive di cui il sindaco Coppola si vanta in questa occasione per aver dato spazio ai giovani designer, ci viene in mente la sezione arti visive del 2009, ben 11 anni fa, curata dall’artista Gianfranco Grosso, sempre originario di Altomonte (oggi vive e opera a Roma), quando furono coinvolti artisti nazionali ed internazionali riconosciuti dalla critica e dalle istituzioni del mondo dell’Arte, con una retrospettiva dell’artista italo-americano Paul Russotto (che donò poi anche un opera alla comunità altomontese) dal titolo “Tra New York e l’Italia La pratica della Pittura” a cura del noto cronista d’arte americano Alan Jones. Un percorso continuato nel 2010 con la rassegna “Contemporaneamente Arte, tra realtà e visioni”, tra cui il progetto “Cercasi immagine” curato ancora una volta da Jones, e le performance di video-art dell’artista Daniele Spanò che effettuò in anteprima per il Meridione d’Italia il primo mapping sulla Torre Normanna, con l’obiettivo di riavvicinare le persone allo spazio storico e riacquistare un rapporto di “pacifica” convivenza con il territorio tramite una riflessione intima. E’ quella la strada delle contemporaneità che ci piacerebbe vedere perseguire, dove i contatti hanno realmente il vero valore aggiunto per continuare a valorizzare ciò che è l’esistente”. Abbiamo sentito a proposito anche l’artista Gianfranco Grosso che ha dichiarato: “Attraverso una conferenza organizzata da Altomonte protagonista, già nel mese di marzo 2019, a cui prese parte il critico curatore Piero Gagliardi, avevamo avanzato una formula progettuale rivolta ai futuri amministratori per poter valorizzare e sviluppare al meglio il nostro patrimonio artistico culturale. E’ deludente vedere come la percezione dell’Arte sia così tanto impoverita e relegata ad un solo momento ricreativo e di entusiasmo comunicativo. La contemporaneità può esistere e svilupparsi solo quando vi è la conoscenza e la consapevolezza del percorso della Storia dell’Arte moderna e antica. Nessun indirizzo in questo senso è stato avviato. Per il momento ahimè – ha concluso l’artista Grosso – godiamoci le Stelle dal cannocchiale attraverso percorsi emozionali e riflettiamo sull’Utopia…del nulla che ci circonda. Adriano Olivetti definì l’Utopia la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. E Altomonte non è e non deve essere Utopia”.

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