San Sosti, fascia tricolore distintivo o addobbo qualunque? In evidenza
- Preparata un’istanza al Prefetto Gianfranco Tomao
- Scritto da Alessandro Amodio
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- Pubblicato in Esaro Cronaca
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SAN SOSTI - La fascia tricolore che indossa un sindaco è un tangibile segno distintivo o può essere considerato un qualsiasi addobbo? È il legittimo dubbio sorto ai consiglieri di minoranza Luigi Sirimarco, Francesco Aragona e Maria Arcuri del gruppo “San Sosti nel cuore” che – per dirimere il dubbio – scriveranno anche al Prefetto Gianfranco Tomao.
Intanto, l’articolo 50 comma 12 del Testo unico 267/2000 così recita: «La fascia tricolore, con lo stemma della Repubblica e del Comune non è un orpello, un ornamento, un indumento da indossare, ma un simbolo, un distintivo del sindaco, che lo qualifica come tale davanti ai suoi cittadini e quelli d’altri comuni ed è un elemento che ha in sé una certa solennità». I fatti raccontano di quanto accaduto lo scorso 4 novembre. «In occasione della commemorazione dei Caduti – afferma il capogruppo Sirimarco – in presenza del sindaco e del suo vice, sebbene l'importanza della cerimonia la fascia è stata indossata da un consigliere comunale». Domanda: «è una gaffe commessa forse per distrazione o la sete di potere ed i sogni ad occhi aperti a qualcuno giocano brutti scherzi?». A parere di Sirimarco e del suo gruppo, che ha fatto circolare per questo un volantino dal titolo ironico “Un’amministrazione s…fasciata”, «quello che si è consumato è un attentato alla Costituzione Italiana, una voglia d’apparire che sconfina oltre ogni decenza, un oltraggio alle norme di buona condotta, un atto d’ignoranza istituzionale, un’offesa all'intera comunità». In buona sostanza se sindaco e vicesindaco sono impossibilitati a presenziare ad una cerimonia pubblica «la fascia non deve indossarla nessuno – precisa Sirimarco – altrimenti, specie in presenza di chi è deputato a farlo – si rasenta il ridicolo, perché così facendo si fa usare un po' a tutti, come fosse una cravatta all'ultima moda, una sciarpa per coprirsi da un colpo d'aria oppure – peggio ancora – un semplice vezzo da immortalare per darsi un tono. O forse per prendere tanti “like, una volta che la foto viene pubblicata sui social!»
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