Il magistrato Rocco Cosentino sensibilizza la lotta ai tumori In evidenza
- Ha organizzato l’Associazione “Arco” a supporto dei malati oncologici
- Scritto da Alessandro Amodio
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- Pubblicato in Esaro Cronaca
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ROGGIANO GRAVINA - «Chi soffre d’una malattia oncologica non vuol dire che abbia una sentenza definitiva, alla fine – parola di magistrato – c’è sempre la Cassazione!». Con quella che potrebbe sembrare una battuta, s’è concluso l’interessante incontro che ha visto l’autorevole presenza di Rocco Cosentino, sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Palmi, per la presentazione del suo libro «Nata sotto il segno del cancro». Una conclusione che, invece, «è un imprescindibile inno alla voglia di vivere!».
Organizzato dall’Associazione “A.R.C.O.”, “Associazione Ri-Uniti Calabria Oncologia” con sede a Sant’Agata d’Esaro presieduta da Francesco Provenzano, l’incontro ha visto la partecipazione di un gremito uditorio. Nella biblioteca “A. Bruno”, patrocinato dall’Amministrazione comunale roggianese, ha visto gli interventi del sindaco Ignazio Iacone e d’altri esponenti. Cosentino, dando un senso tangibile del libro ha affermato: «Bisogna avere il coraggio di sdrammatizzare» aggiungendo che «il testo è uno strumento per spezzare quel velo d’indifferenza e che porti la gente a occuparsi del problema». Il suo è un libro “memoir” che parla d’una donna in lotta contro il brutto male, che vuole essere “un manuale di viaggio del malato oncologico”, così come l’ha definito il dottor Pierpaolo Correale. Lo stesso Correale, da poco direttore del reparto d'Oncologia a Reggio Calabria, dove già arrivano pazienti da tutta Italia ed i cui ricoveri si sono ora triplicati, s’è detto «orgoglioso, da uomo del Sud, medico napoletano che stava a Siena, d’essere arrivato in Calabria». Proprio Correale sarà ospite di “Uno Mattina”, oggi intorno alle ore 9,10 su Rai 1, ed ha testimoniato come, pur tra tante difficoltà, ha un preciso intento «cercare di scardinare la burocratizzazione a favore dell’umanizzazione, “prendere in carico” gli ammalati con un percorso preciso in cui siano coinvolte soprattutto le famiglie». E qui s’innesca la funzione vigilatrice di “A.R.C.O.”. Provenzano ha raccontato la sua testimonianza «familiare, dolorosa e difficile, giunta all’improvviso e come un terremoto che ha sconvolto l’intera famiglia». La costituzione di “A.R.C.O.”, allora, vuole dare un segnale diverso: la “voglia di reagire” e d’essere a supporto dei “Riuniti” di Reggio Calabria. Franco Pacenza, delegato regionale in materia sanitaria, ha aggiunto che «l’attuale gestione commissariale è una mostruosità da cancellare» sperando che «sia superata presto perché il circuito può rimettersi in moto solo col Governo ordinario». Diego Raimondo, vice sindaco di Sant’Agata d’Esaro, ha portato la sua «toccante testimonianza di giovane laureato nel pieno della vita sociale e professionale che s’è trovato catapultato a lottare contro il male oscuro», mentre don Andrea Caglianone, delegato del Vescovo monsignor Leonardo Bonanno, ha parlato di «comunità coesa che vuole prendere consapevolezza del problema ed essere come il “buon samaritano” che si prende cura delle ferite degli altri».
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