Denunciate due persone per gestione illecita di rifiuti pericolosi In evidenza
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SAN MARCO ARGENTANO – (Comunicato stampa) I Carabinieri della Stazione di San Marco Argentano, coadiuvati da un equipaggio delle guardie eco-zoofile del posto, nell’espletamento di un servizio mirato alla prevenzione e repressione dell’abbandono di animali e di rifiuti sul territorio, nella giornata di ieri, in località “Manca castagna” di San Marco Argentano, notavano in un terreno la presenza di un cumulo di rifiuti che bruciava emanando fumo nero unitamente a cattivi odori, ed individuando i responsabili in V. S. 55enne pluripregiudicato e C. S. 53enne proprietaria del predetto terreno, entrambi sammarchesi che venivano deferiti in stato di libertà per aver effettuato una gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non con attivazione di discarica abusiva a cielo aperto nonché per combustione illecita di rifiuti.
Veniva in effetti accertato che il nudo terreno di circa 200 mq risultava privo di apposito sistema di captazione e raccolta delle acque di prima pioggia, di quelle di piazzale e/o di eventuali perdite dei liquidi derivanti dai rifiuti ivi depositati, che inevitabilmente scaricano per caduta sul predetto suolo non impermeabilizzato. Sul fondo, all’atto del controllo erano presenti, tutti depositati in modo incontrollato e soggetti all’intemperie, le seguenti tipologie di rifiuti: frigoriferi fuori uso ed arrugginiti, parti in materiale gommoso e plastico riconducibili a veicoli (soffietto per rimorchi camion), scarti di demolizione (inerti), cumulo di rifiuti combusti, filtro in metallo e plastica. I militari pertanto stante la necessità e l’urgenza di evitare che i reati potessero comportare ulteriori conseguenze, procedevano al sequestro preventivo dell’area di circa 200 mq e dei rifiuti ivi presenti. Sempre in quel contesto, veniva rinvenuto un contenitore in plastica per alimenti contenente sostanza velenosa riconducibile a “lumachicida” (metaldeide), anch’essa sottoposta a sequestro, trappola per i poveri animali che si aggirano in quel territorio. Anche in quest’ultimo caso, i deferiti dovranno rispondere alla magistratura ordinaria di Cosenza, di delitto tentato di uccisione di animali con l’uso di bocconi avvelenati.
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