Olivicoltura Calabrese fra innovazione e valorizzazione a Lungro
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LUNGRO - Si è tenuto a Lungro nei giorni scorsi, presso la sala consiliare, il convegno “l’Olivicoltura calabrese tra valorizzazione ed innovazione”. L'appuntamento è stato curato dai dottori agronomi della OP calabrese APO, Associazione produttori olivicoli, il cui rappresentante legale è Giuseppino Santoianni, da sempre vicino ai produttori calabresi nelle loro attività.
L’ associazione produttori olivicoli, costituitasi da circa due anni, vanta già circa 1900 soci/produttori ed è riconosciuta dal Ministero e dalla regione Calabria. Durante il convegno si sono toccati vari temi sull’olivicoltura calabrese che oggi è pronta per fare il salto di qualità nella commercializzazione del prodotto.
Se la Calabria è seconda dopo la Puglia per produzione, purtroppo continua a rimanere indietro nel confezionamento e nella distribuzione. In questo contesto diventa fondamentale il ruolo della OP che, grazie al progetto co-finanziato dalla comunità europea secondo i REGG. 611-615/14, affianca ogni giorno i produttori aiutandoli a concentrare l’offerta e commercializzando direttamente la loro produzione. L’APO segue tutta la filiera dl prodotto massimizzando la qualità dell’olio d’oliva sia convenzionale che biologico.
Nel corso di questi anni, la qualità dell’olio calabrese è migliorata notevolmente, vari fattori hanno inciso su questo, tra cui la modernizzazione degli impianti di lavorazione delle olive nonché il miglioramento della meccanizzazione aziendale per la raccolta.
I dottori agronomi dell’APO Di Maio, Bonifati e Procopio hanno illustrato il lavoro svolto nell’ultimo biennio, alla consulenza alle aziende all’etichettatura del prodotto, la certificazione.
Molto è stato fatto ma molto rimane da fare, il produttore calabrese deve fare rete e capire che soltanto consorziandosi riuscirà a fare impresa ed entrare nel mercato italiano ed estero in modo competitivo senza tralasciare la qualità. Vogliamo concorrere ad armi pari con i grandi marchi che sempre di più peccano in qualità utilizzando olio d’oliva che proviene da paesi esteri quali la Spagna e la Tunisia.
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