Celebrato a Ferramonti, dopo tanto tempo, lo "Shofar e Canzone" In evidenza
- Scritto da Emilia Aita
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- Pubblicato in Esaro Cultura e Spettacolo
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TARSIA - Iniziativa interessante per celebrare lo “Shofar e Canzone” che si è svolta, sabato scorso, nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia.
Lo “Shofar e Canzone” è una tradizione ebraica in cui vengono cantate delle canzoni, che ricordano i matrimoni, il capodanno ebraico e lo Shabbat.
Nella Torah si definisce il capodanno ebraico come “il giorno del suono dello Shofar” ossia un momento dell’anno in cui ogni uomo viene messo di fronte al giudizio divino per rispondere delle proprie azioni.
In questi giorni di festa le famiglie si riuniscono e i corni di montone risuonano nelle strade annunciando l’inizio del nuovo anno.
«In questo campo di concentramento -dichiara la rabbina Barbara Aiello- vi erano tre sinagoghe dove è stato concesso di celebrare lo Rosh HaShanah (il capodanno ebraico), ciò grazie alla benevolenza del comandante del campo che non separò le famiglie. In questo posto -aggiunge- ho voluto riportare la gioia del capodanno ebraico e ricordare la compassione dei soldati italiani e degli ebrei che hanno vissuto con gioia questo momento».
Promotrice dell’evento la rabbina Barbara Aiello che, insieme a Simona Celiberti, ha organizzato la manifestazione, sottoponendola all’amministrazione comunale che ha accolto positivamente l’iniziativa.
«Festeggiare il capodanno ebraico nel campo di concentramento -dichiara il vicesindaco Cristian Barone- è una vittoria sul nazifascismo non solo ebraica ma anche della nostra civiltà. Il Rosh HaShanah diventa quindi anche una festa per tutta la Calabria, che ancora una volta dimostra di essere una terra che esprime il suo senso di accoglienza e di umanità». Infatti, a differenza di Auschwitz, dove l’uomo ha perso la libertà e la dignità, conoscendo l’odio e il disprezzo, a Ferramonti gli internati hanno avuto la possibilità di assistere a ventiquattro matrimoni e gioire per la nascita di ventuno bambini.
Presente all’evento anche Salvatore Lo Piano, regista del film “La croce e la stella”che narra delle vicende di Ferramonti.
Per l'occasione Simona Celiberti ha portato i saluti e “Shana Tovah” alla Rabbina Barbara Aiello e a tutti i partecipanti alla festa inviati da Pugliese Roque, referente regionale delle Comunità Ebraiche Italiane in Calabria, “che non ha potuto essere presente -ha detto- per impegni già presi con il cerimoniale dello Shabbat”.
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