Barolo, Gattinara e Barbera: alla scoperta di 3 magnifici vini rossi piemontesi
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Tra le regioni famose per il loro vino pregiato sicuramente c’è il Piemonte e, in particolare, i suoi rossi vengono decantati tanto in letteratura che in musica. “Barbera e champagne, stasera beviam …” cantava Giorgio Gaber mentre Giovanni Pascoli celebra questi territori in nell’Ode “A Ciapin”. Ma non c’è solamente il Barbera, perché dal famosissimo Barolo al meno conosciuto Gallinara, i vini piemontesi sono per veri intenditori, scopriamone alcuni.
Barolo
È il terroir dove radica il Nebbiolo a dare al Barolo il suo aroma inconfondibile. Si tratta di undici comuni tutti situati nelle Langhe nei pressi della città di Alba, verso sud. Le condizioni pedo-climatiche di queste zone infatti sono risultate il mix perfetto per produrre un vino in purezza come il Barolo. Questo territorio consente alle bacche di raggiungere la maturazione ideale e di poter essere raccolte quando arriva il momento giusto, a novembre inoltrato. In ogni caso, il Barolo per diventare perfetto deve affinare almeno un anno e mezzo in botte ed altrettanto in bottiglia. Un vino dal color rubino, luminoso e trasparente, con un bouquet talmente unico che chi lo ha voluto descrivere vi ha riconosciuto molti aromi: dai frutti di bosco alle ciliegie sotto spirito, dai fiori appassiti al pepe verde, dal cuoio alla noce moscata.
Gattinara
Il Gattinara proviene dalle zone omonime in provincia di Vercelli e si tratta anche questa volta di un vino prodotto con bacche di Nebbiolo. Il suo nome ha una strana storia, perché sembra sia la riduzione di Catuli Ara, e cioè l’Ara di Catullo. Si tratta di un vino sicuramente meno conosciuto del Barolo o del Barbera, ma che nonostante questo ha una notevole diffusione ed è apprezzato in tutto il paese, tanto che si può trovare il vino rosso Gattinara DOCG su Tannico, uno dei più noti e-commerce di vino italiani. Il Gattinara può essere prodotto in purezza con lo Spanna, che è il Nebbiolo locale, ma è consentito anche mischiare in ammostatura una piccola percentuale di uve di Vespolina e Bonarda, prodotte sempre da cultivar di zona. Il suo colore è rosso profondo, che sfuma verso l’arancio in affinamento prolungato. Il suo bouquet, tra spezie, cuoio, rose e viole, è intenso e aristocratico.
Barbera
La Barbera d’Asti è una qualità coltivata nei Colli Astiani e nelle zone di Nizza e di Tinella: solo con queste uve infatti viene attribuito a questo vino la DOCG. La contaminazione è consentita solo con bacche di colore scuro, di origine piemontese, non aromatiche e presenti con una percentuale che non superi il 10%. Il terroir si basa su un terreno misto di argille, sabbia e calcare e inoltre, vi sono limitazioni anche sull’intensità dell’impianto, che non deve superare i 4000 vitigni per ettaro. Da questa coltivazione e da una lavorazione controllata (dato che il titolo alcolometrico si deve attestare sul 12% del volume) nasce un vino di color rubino granata, dal bouquet fruttato e floreale con un retrogusto speziato da veri intenditori.
Dai più conosciuti a quelli meno scontati, i vini rossi piemontesi riescono a venire incontro a ogni gusto e abbinamento.
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