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Amministrazione e Lupiambiente in campo per il rilancio del centro storico

  • Donadio e Feoli: «La mappatura degli edifici ci consente di pianificare azioni mirate»
Amministrazione e Lupiambiente in campo per il rilancio del centro storico

MORANO CALABRO - Dopo aver dimostrato ampia competenza nella città di Cosenza, per diretta sollecitazione dell’esecutivo a guida Donadio, l’associazione Lupiambiente arriva a Morano per mappare gli edifici a rischio cedimento ed elaborare un percorso di protezione dell’abitato antico, provando a contrastare l’abbandono legato a vari fattori sociali.

L’obiettivo è, dunque, palese: preservare la bellezza paesaggistica e architettonica di uno dei Borghi più Belli d’Italia, garantendo sicurezza e vivibilità ai residenti e quanti vi trascorrono periodi di riposo. Hanno preso parte al sopralluogo gli esponenti del governo locale, i tecnici della municipalità, il geologo Saverio Greco membro del citato sodalizio. Proprio quest’ultimo ha evidenziato quanto sia importante «adottare le giuste misure di contenimento del rischio sismico e idrogeologico presente nel territorio. Attraverso un dettagliato report fotografico - ha anticipato Greco – documenteremo le principali criticità individuate e proporremo soluzioni concrete». «Si tratta di un segnale forte» ha detto il consigliere comunale nonché membro dell’Ordine dei Geologi della Calabria Geppino Feoli: «Un segnale che testimonia il nostro impegno per il presente e per il futuro della comunità e dei suoi luoghi che tanto hanno da offrire e che noi vogliamo valorizzare al meglio, mettendo al primo posto la loro messa in sicurezza». Sulla stessa linea il commento del sindaco Mario Donadio: «La mappatura degli edifici ci consente innanzitutto di conoscere le situazioni più pericolose e cominciare a programmare linee di intervento migliorative e mirate alle singolarità che formano la caratteristica maglia urbana. Desideriamo che il paese sia luogo accogliente e stimolante, dove le persone possano vivere in sicurezza e in armonia con l’ambiente circostante. Sappiamo che le condizioni attuali rendono questo compito ostico. Ma siamo motivati e fermamente decisi a completare questa prima ricognizione che riteniamo fondamentale e propedeutica a quanto potremo immaginare per il futuro. L’iniziativa si inserisce peraltro in un contesto di rigenerazione più ampio, avallato da strumenti come il PNRR, il CIS, l’edilizia scolastica e altri piani tecnico-amministrativi in itinere. Avere contezza delle urgenze è il primo passo per programmare azioni realmente funzionali alla conservazione e alla rigenerazione del borgo. Per un cammino che intende scommettere su forme di turismo sostenibili, in specie su quelle afferenti agli aspetti antropologici, alle radici, alle relazioni, al patrimonio materiale e immateriale. Del resto, a conferma della nostra impostazione, si ricorderà che solo qualche settimana fa abbiamo inaugurato il CESIM (Centro Studi Internazionale sulla Migrazione), un polo che presto avvierà le sue attività e che nell’esaminare le cause storiche dello spopolamento guarderà con interesse a nuovi possibili insediamenti di ritorno».

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