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La CGIL chiede un confronto istituzionale sul caso del Mercure In evidenza

  • Il sindacato:«in difesa dei lavoratori e dello sviluppo sostenibile»
La CGIL chiede un confronto istituzionale sul caso del Mercure

LAINO BORGO - «Con il protocollo ministeriale “Mercure” del 2014 è stato avviato un modello virtuoso, partecipato e condiviso dentro il quale tutti gli attori e gli interessi di natura istituzionale, territoriali, sociali, occupazionali e produttivi potevano coesistere dentro una logica di compatibilità e sostenibilità ambientale».
Così dichiarano in una nota congiunta Gianfranco Trotta, Segretario Generale della CGIL Calabria, e Ilvo Sorrentino, Segretario Nazionale della Filctem CGIL.

La nota prosegue indicando che: «Ad oggi, tutto questo è messo in forte discussione da una norma - approvata in modo surrettizio - lo scorso novembre dalla maggioranza in Consiglio regionale calabrese e pienamente sostenuta dal Presidente Occhiuto e dal consigliere di opposizione on. Laghi che di fatto, decreta la chiusura della centrale e la perdita di circa 1500 posti di lavoro lungo tutta la filiera. Riteniamo tale decisione politica e legislativa inaccettabile e irresponsabile in quanto cancella, per motivi incomprensibili e forse attinenti a beghe partitiche di maggioranza, un modello produttivo di comprovata funzionalità e fiore all’occhiello di una Calabria che tra mille difficoltà a saputo costruire opportunità collettive superando gli steccati ideologici e strumentali. Nessun riscontro, dato scientifico che tracci una insostenibilità ambientale, al contrario tutti i dati prodotti dagli enti autorizzati e certificati dalla stessa ARPACAL evidenziano nella valle del Mercure, un ecosistema ambientale tale da avere l’aria tra le più pure d'Italia. Non siamo dunque, come si vuol far credere di fronte ad un Ilva Calabrese. Per tali ragioni ribadiamo, con forza, l’invito al Presidente Occhiuto di tornare sulla terra ferma e di rivedere la propria incomprensibile posizione sulla Centrale. Altresì, lo esortiamo a desistere, per come ultimamente dichiarato dal contrapporsi alla decisione del Consiglio dei Ministri assunta lo scorso gennaio sulla illegittimità della norma regionale. Allo stesso modo sollecitiamo in tal senso l’apertura di un confronto serio che vada oltre le dichiarazioni autoreferenziali sui social media. Altresì, pensiamo che, lo stallo determinatosi, l’incertezza e il blocco degli investimenti impongono celerità e condivisione nelle azioni da intraprendere. A tal fine, siamo convinti e fortemente impegnati unitamente al Comitato Valle del Mercure affinché la vertenza assuma per caratteristiche, per dimensione e per la posta in gioco in termini occupazionali e di sviluppo per il territorio un percorso istituzionale di rango nazionale auspicando, pertanto, la convocazione di un urgente tavolo di crisi presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di avviare un confronto teso alla risoluzione immediata e positiva della vertenza per la difesa di un modello di sviluppo sostenibile, per gli investimenti e per il mantenimento di migliaia di posti di lavoro lungo tutta la filiera industriale e del legno. Diversamente, saremo costretti, insieme ai soggetti coinvolti, partendo dai Lavoratori, a riattivare con convinzione percorsi di azione sindacale al fine di dare centralità al lavoro e voce ad una regione che ha bisogno di prospettive e certezze e non di pressapochismo politico ed istituzionale».

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