Obbligo di dimora per l'indagato delle sparatorie di inizio giugno In evidenza
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CASTROVILLARI - Il Tribunale della Libertà, che nei giorni scorsi si era riservato di provvedere, in data odierna, sciogliendo la riserva, accoglieva le richieste avanzate dagli avvocati Roberto e Lorenzo Laghi e disponeva l’immediata liberazione dell’indagato, al quale veniva applicata solo la misura dell’obbligo di dimora.
I fatti si riferiscono alle sparatorie di inizio giugno: una prima volta giorno 3, ed una seconda volta il 6, infatti, erano stati esplosi colpi di fucile contro il noto Ristorante-Pizzeria l’Antico Torchio di Castrovillari. Sia nel primo che nel secondo episodio si erano verificati rilevanti danni. Le Forze dell’Ordine, con l’aiuto di riscontri testimoniali e di telecamere presenti nel territorio, avevano individuato un’autovettura che era risultata appartenere a D.S., noto imprenditore della ristorazione di Frascineto. Si è conclusa quindi oggi la prima parte della vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera comunità cittadina di Castrovillari e del territorio limitrofo. I difensori hanno espresso ovviamente viva soddisfazione per il provvedimento del Tribunale della Libertà. I Carabinieri - tornando ai fatti - avevano proceduto all’arresto del soggetto indiziato, ed il P.M. del Tribunale di Castrovillari, dott.ssa Angela Continisio, aveva chiesto al GIP dott.ssa Carmen Ciarcia dello stesso Tribunale, il provvedimento di convalida dell’arresto e l’emissione di ordinanza impositiva della custodia cautelare in carcere. Il GIP dott.ssa Ciarcia, interrogato l’indagato recluso nelle carceri di Castrovillari, con il sistema di teleconferenza, aveva accolto le richieste del Pubblico Ministero. Avverso l’ordinanza di detenzione in carcere, i difensori dell’indagato, i legali Roberto e Lorenzo Laghi, hanno promosso ricorso al Tribunale della Libertà – Misure Cautelari Personali di Catanzaro.All’udienza camerale presieduta dal Presidente Cons. Dott. Valea il 23 giugno scorso, la difesa ha evidenziato gli ottimi precedenti dell’indagato, serio lavoratore appartenente ad una famiglia estremamente perbene, e la leale condotta processuale tenuta, ed ha chiesto la revoca della misura imposta della carcerazione muraria, di cui oggi se n'è avuta contezza.
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