Rumanò sulle accuse di Lirangi: «Solo illazioni fantasiose» In evidenza
- Il sindaco di Terranova si pronuncia sullo stato finanziario dell'Ente
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TERRANOVA DA SIBARI – Le accuse di inadeguatezza lanciate nei giorni scorsi dall'ex sindaco Luigi Lirangi al rivale politico, oggi sindaco, Francesco Rumanò non sono passate inosservate. Infatti, è proprio il primo cittadino a voler dare la sua versione dei fatti sulle critiche afferenti al paventato dissesto finanziario e alla mancanza di continuità con i progetti avviati dalla precedente squadra di governo.
«Dopo l'euforia della vittoria -racconta Rumanò- cosa da noi prevista, è bene fare un passaggio politico che secondo me non è di poco conto... È vero che la differenza è stata di 51 preferenze, ma il dato rispetto a 5 anni fa è quello che la cittadinanza ha voluto cambiare e il lavoro fatto dai banchi dell'opposizione ha permesso non solo di azzerare il gap di circa 700 preferenze rispetto ad allora ma addirittura di superarlo di 51 voti».
Tolto, quindi, il sassolino dalla scarpa, Rumanò precisa sulle condizioni economiche dell'ente, spiegando che è del tutto “fantastica” la dichiarazione di Lirangi circa “la speranza di andare in dissesto per giustificare i fallimenti” dei nuovi amministratori.
«Le difficoltà legate ai conti pubblici dell'ente continuano a essere critiche -afferma il primo cittadino- considerato che dipendono da problematiche che hanno radici antiche. Ci sono mutui da onorare risalenti a tantissimi anni fa e che si protrarranno fino al 2050. In più, abbiamo un piano di riequilibrio da rispettare con degli accantonamenti per ripianare un disavanzo di amministrazione che è risultato essere di 6 milioni di euro. A questo si aggiunge l'evasione fiscale sull'erogazione dei servizi che taglia sensibilmente l'ingresso di liquidità all'ente. Circa il dissesto finanziario, è bene dirlo, non abbiamo scongiurato proprio nulla, perché la Corte dei Conti si è espressa su un piano di riequilibrio che è stato presentato dalla passata amministrazione. Noi abbiamo pressato la Corte dei Conti per avere una risposta celere. Oggi è necessario efficientare il sistema delle riscossioni regolarizzando la situazione di liquidità, ricostituendo i vincoli di cassa e riducendo le spese. Molto si è fatto grazie al Fondo di rotazione, ma lo preciso: sempre di un debito si tratta. Alla luce di queste considerazioni -aggiunge Rumanò- è bene ricordare a Lirangi che non era dalla maggioranza che si richiamava il dissesto. Piuttosto, e questo lo dico anche con rammarico, è sempre stata la minoranza che ha gridato al dissesto, dal secondo giorno dopo l'insediamento, affermando che sarebbe arrivato il commissario. Si parlava di settembre, di dicembre, poi a dicembre invece è arrivata la risposta della Corte dei Conti che approvava il piano. Quello che non capisco -dice- è perché, due giorni dopo il risultato delle elezioni, quando l'altra lista ormai era diventata minoranza, ci fosse tanto interesse a predicare questa cosa del dissesto. Certo la situazione non è semplice, per uscirne bisogna lavorare insieme e cercare di recuperare il più possibile sui tributi non versati. Confidiamo sulla collaborazione dei cittadini».
Circa le accuse mosse contro “la mancanza di continuità” con le iniziative avviate dalla precedente amministrazione, il sindaco aggiunge: «I lavori che erano in corso stanno andando avanti e procedono in maniera spedita. Sull'orto Miele dico che era composto da cinque missioni e già durante la campagna elettorale avevamo anticipato che due di quei progetti per noi erano veramente inconcepibili e riguardavano la demolizione e il rifacimento di due villette che a nostro avviso erano e sono in perfetto stato, a patto di fare un po' di restyling. Noi stiamo facendo solo questo, il resto procede come da progetto. Stessa cosa su palazzo de Rosis, sulla villetta nel rione Prato. I due lavori sulla villetta saranno di sistemazioni minime. Per quanto riguarda l'altro grosso appalto -aggiunge-, quello del costone Acropoli, ci sono state delle problematiche serie che abbiamo ereditato: uno sulla contabilità dei lavori visto che quell'opera è costata più del doppio di quanto era previsto al computo metrico. Sugli interventi da fare sul costone Acropoli, invece, i tecnici incaricati dalla passata amministrazione ci confermano oggi che la via di fuga che doveva servire a collegare il paese con la parte bassa non è praticamente realizzabile per questioni tecniche. Le parole che si sono fatte finora, pertanto, non hanno ragione d'essere. Sono pronto a confrontarmi con tutti su ogni argomento -conclude- e invito la minoranza ad abbandonare il clima elettorale ed essere più collaborativa per il bene della comunità».
La questione, chiaramente, è aperta e altre precisazioni arriveranno dal sindaco Rumanò.
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Emanuele Armentano