Dalla Valle dell'Esaro a Roma per la difesa della Salute In evidenza
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ROMA - Davanti a Palazzo Chigi in attesa di risposte - che si spera arrivino presto - c'erano tanti sindaci calabresi soprattutto per difendere il "nostro diritto alla salute". E tra questi alcuni amministratori della Valle dell'Esaro che «in particolare hanno chiesto la riapertura dell'Ospedale di San Marco Argentano». Tra di loro, anche Francesco Provenzano, presidente di Arco, associazione Onlus che si occupa di prevenzione e lotta contro il "male oscuro" proprio in questo comprensorio.
Sebbene il periodo di pandemia da Covid-19 una delegazione di sindaci della Valle dell’Esaro è andata a manifestare contro la sanità commissariata da oltre dieci anni in Calabria. Capitanati da Virginia Mariotti di San Marco erano presenti il collega di San Donato di Ninea, Jim Di Giorno; il vice sindaco di Sant’Agata d’Esaro, Adriana Amodio, ed il consigliere delegato di San Sosti, Antonio Cozzitorto. «Siamo qui per tutelare il nostro diritto alla salute – hanno affermato. Questa grave situazione emergenziale necessita di risposte immediate per fronteggiare gli innumerevoli ritardi della nostra sanità territoriale ed ospedaliera, tra cui quella di San Marco Argentano con l’ospedale che va riaperto per andare incontro alle esigenze di circa 50mila utenti». D'altro canto, la drammatica situazione sanitaria in Calabria che ha portato la nostra regione ad essere “zona rossa” nell’attuale pandemia da Covid-19 è sininomo che qualcosa ormai non funziona più da tempo. Ed è chiaro che se la seconda ondata ci sta trovando impreparati vanno trovati dei giusti correttivi. A tale proposito, proprio nei giorni scorsi Virginia Mariotti, sindaco della città di circa 8mila anime, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al Ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere «la riattivazione dell’ex ospedale, nosocomio chiuso per effetto del Dpgr 18/2010, che potrebbe tornare utile per lenire in parte questa sconfitta dell’intera Regione». La Mariotti ha la convinzione che «è urgente avviare una stagione nuova per la sanità calabrese: che sia un commissario, la Regione o l'Asp a gestire la materia, è importante che giungano risposte concrete a una popolazione a cui non viene garantito il diritto alla salute e che, dopo la chiusura degli ospedali non ha visto alcun rafforzamento della medicina territoriale». Da qui l’excursus della vicenda “ex ospedale” con l’esposizione dei passaggi salienti, visto che la Mariotti è sindaco da maggio 2014. Una vicenda definita “incomprensibile” per quanto accaduto in questi anni, sebbene proprio qui si sarebbe dovuto attivare il primo modello sperimentale di Casa della Salute con la riconversione dell'ex struttura ospedaliera». È stata anche stanziata la somma di oltre 8 milioni di euro (5,5 destinati alla realizzazione di opere civili e impianti; 170 mila per la sicurezza; circa 2,5 milioni per l'acquisto di attrezzature». Nei mesi scorsi, la Regione ha stipulato una convenzione-quadro con Invitalia, centrale di committenza per la progettazione e per la realizzazione dei lavori. L'Asp di Cosenza ha aderito alla convenzione per progettazione, gestione delle procedure di gara ed esecuzione dei lavori di ristrutturazione. L’augurio di tutti «è quello che si possa adempiere al tutto in tempi brevi e che possano iniziare i lavori: sarebbe un segnale importantissimo per San Marco ed il comprensorio dell’Esaro di circa 50 mila utenti». Il paradosso, infatti, è questo: «Se nulla è stato realizzato per adeguare, mettere in sicurezza l’edificio e riconvertire la struttura, sono stati invece chiusi i servizi ospedalieri e ridimensionati quelli sanitari». È stata attivata l’Usca, che due volte a settimana effettua i tamponi in loco in una tenda-triage, ma non basta perché – sebbene l'impegno instancabile di medici, personale sanitario e amministrativo – non è sufficiente, così com’è, ai bisogni della sanità territoriale».
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