Duplice omicidio a San Lorenzo: Individuata una persona che potrebbe aiutare gli inquirenti In evidenza
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SAN LORENZO DEL VALLO – Giornata intesa e ricca di novità quella vissuta all'indomani della strage del cimitero di San Lorenzo del Vallo, dove a perire sotto più colpi di pistola calibro 9 sono state Edda Costabile, 77 anni, e Ida Maria Attanasio, 52 anni, rispettivamente mamma e sorella di Franco Attanaio. Quest'ultimo noto alle cronache per aver confessato l'omicidio di Damiano Galizia, suo amico di una vita, avvenuto lo scorso 26 aprile a Rende, in un villino di Arcavacata.
Questa mattina, infatti, dopo l'incontro per il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto in prefettura a Cosenza, il Procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla ha fornito nuovi elementi sulla vicenda. A partire dal aver individuato una persona che ha detto, dopo tre ore di tentativi, “sì c'ero” al cimitero. Elemento importante che potrebbe dare un contributo alle indagini che lo stesso Facciolla definisce complesse. Probabilmente si tratta di una sola persona ad essere coinvolta nella mattanza del camposanto, che forse si è introdotto a volto scoperto. «C'è tantissima paura -afferma il procuratore del Pollino- e nel cimitero c'erano centinaia di persone. Solo alle 11 e mezzo di sera -ha aggiunto- siamo riusciti ad individuare una persona che era certamente presente e che ci ha riferito notizie importanti. Voglio sottolineare, inoltre, che le due donne erano del tutto estranee a contesti criminali». L'invito, quindi, per eventuali testimoni è quello di “collaborare anche in forma anonima”, al fine di evitare che la “stessa cosa possa succedere al altri”. «Una famiglia per bene -ha continuato Facciolla- lontana da contesti di tipo mafioso. Il legame è l’amicizia tra Attanasio e Galizia. Troppi rivoli di indagini aperte bisogna rintracciare il filo che congiunge il ritrovamento delle armi, che coinvolge la Dda di Catanzaro, l’omicidio di Galizia sul quale indaga la Procura di Cosenza e il duplice omicidio di ieri. La perquisizione di qualche giorno prima -ha detto- è stato il grilletto che si è alzato, che ha indotto a pensare che qualcosa nelle nostre stanze stava accadendo».
Si allunga così la scia di sangue in quel paesino che già nel febbraio del 2011 era stato teatro di un altro duplice omicidio vestito di rosa. A cadere sotto il piombo spietato dei killer furono Rosellina Indrieri (45 anni) e la figlia Barbara (26), massacrate nel proprio appartamento in una sera piovosa d'inverno. E per tutto ciò lo stesso Prefetto Gianfranco Tomao ha affermato: «La situazione ha richiesto la nostra massima attenzione, ed esige una risposta immediata dello Stato, sia in termini di repressione che di prevenzione. Siamo qui per esaminare la situazione su quel territorio ed eventuali misure da adottare per l’incolumità delle persone, di certo intensificheremo i controlli da parte delle forze dell’ordine». E così è stato già oggi. Infatti diverse sono state le auto della Polizia e dei Carabinieri che più volte hanno attraversato le strade del piccolo paese. Così come una pattuglia dei Carabinieri questa sera ha presenziato davanti la chiesa dove si è tenuta prima le celebrazione eucaristica e poi l'adorazione presieduta dal Vescovo mons. Giuseppe Satriano. Il presule già ieri aveva preso una posizione chiara contro quanto accaduto, organizzando personalmente l'incontro di preghiera che ha raccolto molti fedeli della Vicaria (Terranova da Sibari, Spezzano Albanese, Tarsia e San Lorenzo), ma anche tanti sono arrivati da altri posti della Diocesi di Rossano-Cariati. Molti, inoltre, erano i sacerdoti presenti, così come i rappresentati comunali del territorio a partire dal sindaco locale Vincenzo Rimoli e dei suoi amministratori, il sindaco terranovese Luigi Lirangi, quello tarsiano Roberto Ameruso e il vicesindaco spezzanese Giuseppe Liguori.
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