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Fagnano, termina oggi la sagra dell’Aglio testa rossa di Calabria

Una delle tracce d'aglio premiate Una delle tracce d'aglio premiate

FAGNANO CASTELLO - La 41esima edizione de “A fera i' l’aglia” volge al termine e rende manifesto e inconfondibile il valore di questo prezioso bulbo e le motivazioni dell'esito positivo raggiunto con il percorso di De.Co. quale unicità, qualità, tradizione e innovazione. 

Si conclude dunque oggi, 2 luglio, nella cittadina montana la “Giornata planetaria dell'aglio” nell’ambito del consueto appuntamento ripreso dopo la pausa Covid. È da alcuni secoli che esiste l’aglio “Testa rossa cardinale di Calabria” che da qualche anno ha avuto la De.Co. (denominazione comunale d’origine) come l'aglio rosso vellutato di Fagnano Castello grazie allo spirito d’abnegazione di Alessandro Splendore, deus ex machina dell’evelto e presidente dell’accademia. Ne è nata perciò una vera e propria accademia che consente ai visitatori d’imparare a vivere i sapori e i profumi dell'aglio fresco e secco, in scaglie, in polvere o marinato. Quest’anno, oltretutto, c’è stato un laboratorio sull'intrecciatura storica del meridione dell'aglio con l’indizione d'un premio sul tema sul tema “intreccia la treccia d’aglio” secondo la tradizione che ha visto – secondo una Commissione – due ex aequo: la signora Stefania Mollusco sposata Nocito che abita a Milano ed il giovane studente fagnanese Carlo Terranova. I premi, grazie al patrocinio del Comune, sono stati offerti dall’assessorato comunale all'Agricoltura e Foreste guidato da Oreste Amendola. Un convegno ha poi scandito la tematica dei «produttori per difendere un’eccellenza dalle imitazioni e dalle contraffazioni». «L'aglio “testa rossa cardinale di Calabria”, infatti, è nostro – ha chiosato Splendore – nonostante c'è chi usa la stessa denominazione al solo fine di confondere gli utenti». Affrontato anche il tema della registrazione del patrimonio genetico dei nostri preziosi bulbi (aglio; allium sativum). E poi spazio anche alla gastronomia con ricette inedite a base d’aglio rosso di Fagnano, dal produttore al consumatore tramite un itinerario d’una civiltà contadina che ha portato alla degustazione de “A frisa cunzata".

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