Le considerazioni finali di Mario Draghi (Governatore della Banca D'Italia) del 31 maggio scorso hanno suscitato grande apprezzamento negli ambienti istituzionali, nel ceto politico, nelle forze sociali e produttive, avvalorando la descrizione espressa in precedenza da “Diritto di Cronaca” sullo stato dell'economia italiana.
Nonostante siano trascorsi dieci anni dall'attentato contro il Pentagono e le “Twin Towers” del World Trade Center di New York, tuttora, viva resta l'immagine delle fumanti torri gemelle ed il loro terrificante crollo sotto gli occhi increduli e smarriti dei newyorkesi e del mondo. Rimarranno sempre scolpite dentro di noi quelle immagini strazianti. Non si riuscirà a cancellare dalla nostra memoria la scritta «America under attack» che la Cnn ha scelto come titolo della più spaventosa tragedia dei nostri tempi.
Una politica di rigore dei conti pubblici, unita ad un concreto inasprimento del contrasto all'evasione fiscale, non sembra sufficiente, senza un incremento considerevole della produttività, a fronteggiare l'attuale congiuntura del Paese. La condizione essenziale per uscire dall'attuale crisi economica-finanziaria consiste nella crescita. Alternative ad essa, realistiche ed efficaci non esistono ovvero non sono praticabili.
Con l'insediamento del “Governo Monti”, perlomeno, i cittadini italiani hanno preso finalmente coscienza della gravità della crisi del paese, dei rischi concreti di default dello stato, nonché delle pericolose e negative conseguenze di tale situazione.
Il postino da sempre figura simbolo di speranzose novità, nell'Italia di oggi, si è trasformato nel messo notificatore di cattive novelle di uno Stato onnivoro ed obeso. In passato, l'arrivo della posta era attesa nelle famiglia con senso di letizia ed allegria, mentre, attualmente, viene vissuta con angoscia, ansia e preoccupazione.
“Dio è morto, Marx è morto ed io comincio a non sentirmi bene”. Questa famosa frase di Woody Allen, forse, esprime al meglio l'attuale stato d'animo collettivo del nostro paese e non solo. Attualmente le cancellerie occidentali brontolano nel buio. Regna sovrana la confusione, l'incertezza del domani e la paura di non farcela. Sono venuti meno tutti i punti di riferimento. Si avverte con angoscia un'assoluta solitudine. La crisi economica in atto ha spazzato via ogni forma di sicurezza sistemica, polverizzando l'immensa ricchezza creata dalla fine della seconda guerra mondiale. In tempi brevi si è realizzato un incredibile processo di impoverimento del benessere delle nazioni occidentali. I risparmi di una vita delle famiglie sono stati ridotti al minimo, a furia di sostenere le nuove generazioni, le quali, pur tuttavia, nessun effetto benefico e vantaggioso è stato assicurato, neanche, in termini di prospettiva futura a medio termine.