«Anche a Mongrassano si è vissuto il triste periodo dì chiusura per il Covid 19. La chiusura in casa per la paura del contagio ha provocato parecchi disturbi. Proprio in questo quartiere, sì è vissuto quel periodo all'insegna della solidarietà' e dell’aiuto reciproco di vita comunitaria. Questi legami affettivi che erano la base per i nostri genitori sì stavano sfilacciando a causa dì questa frenetica esistenza hanno trovato il lievito necessario per consolidarsi. La nascita del primo orto del quartiere è stato il carburante necessario per trasformare il periodo brutto in momenti di gioia fraternità' e vita del vicinato. Il punto forte è stato non solo la disponibilità' l'aiuto reciproco degli adulti ma la grande vicinanza dei giovani ragazzi bambini del quartiere cosa rara in questa società' che vive il dramma dei rapporti generazionali che con grande affetto sì offrivano mantenendo sempre le dovute distanze dì sicurezza a risolvere quei piccoli problemi quotidiani allontanando quella malinconia che spesso ti assaliva in quelle tristi giornate. La trasformazione dì un'aiuola abbandonata in orto del quartiere ha sviluppato un immenso lavoro sociale rafforzando quell’antica teoria che recita: per essere felici ci vuole proprio poco. Ed è proprio vero che l'armonia e la solidarietà' dei tempi passati sì rafforzava perché' alla base dì tutto c'era l'uomo con ì suoi bisogni primari. Purtroppo e con amarezza non si può sottacere che questa società ha distrutto e reso arido ogni sentimento privilegiando la ricchezza economica rendendo squallido e inumano il vivere cosiddetto moderno».