L'Udicon presidio eccellente per i consumatori
- Scritto da Alessandro Amodio
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- Pubblicato in Esaro Cronaca
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SAN MARCO ARGENTANO – Il Presidente Nazionale U.Di.Con. (Unione per la Difesa dei Consumatori) Denis Nesci, ha visitato per la prima volta la sede territoriale di San Marco Argentano di Via Alcide De Gasperi presso lo Scalo ferroviario. Quale occasione migliore per chiedere qualcosa anche alla luce del recente lockdown. Ad accoglierlo oltre al Responsabile della sede di San Marco Evaristo Daniele Acciardi, c'erano quello della Fna territoriale Francesco Pignataro e il direttore provinciale del patronato Epas Pierpaolo Stellato.
Dopo un saluto di Acciardi che ha dato il benvenuto al presidente Nesci ed ha sottolineato di essere orgoglioso di dirigere questo importante settore e di essere contento dell'attenzione verso la propria struttura dei livelli nazionali, la parola è passata al presidente Nesci.
«U.Di.Con. a San Marco Argentano si è messa al servizio dei cittadini: senza essere di parte ma la sede per la conformazione, la comodità, gli spazi è una delle sedi più funzionali essendo attenta alla formazione ed informare gli utenti, sede veramente ben struttura modello d’esempio per altre sedi». «Il nostro obiettivo è quello di stare vicino ai cittadini e per questo nascono le sedi territoriali, rappresentano un presidio di legalità che garantisce di poter avere l’assistenza sulle controversie che nascono su tanti fronti». In questo periodo particolare di lockdown come siete stati vicini ai bisogni della gente? «Questo periodo è stato particolarmente impegnativo perché le sedi territoriali si sono dovute adeguare alle norme anti-Covid, per una parte c’è stata l’assistenza in smart-working, per l’altra garantendo la massima sicurezza per i nostri collaboratori c’è stata la trasmissione di documenti on line o tramite appuntamenti se strettamente necessario. Si è ridimensionata la fase emergenziale sanitaria ma c’è la falla di quella economica che sarà molto più difficile da gestire, specie perché i cittadini-consumatori hanno il ruolo di piccoli artigiani o commercianti, lavoratori subordinati che si sono trovati nella morsa di una crisi che li ha visti protagonisti in negativo perché tantissimi non hanno ricevuto i sussidi della cassa integrazione, dei bonus che il Governo aveva messo in campo. Dall’altro lato i consumatori che possono essere anche titolari di piccole imprese si trovano a combattere sia per adeguare l’azienda ai protocolli emanati con grande difficoltà e con una riduzione notevole del fatturato e quindi per molti c’è il rischio di chiusura o di non apertura. Numerosissime sono state le segnalazioni pervenute all’U.Di.Con. per i ritardi delle banche, per elargire mutui, per le bollette da pagare, per le moratorie inerenti le assicurazioni o dei prestiti attivi con difficoltà nell’adempiere le scadenze dei pagamenti. Abbiamo avuto grandi sollecitazioni ma abbiamo risposto con le professionalità in tutte le sedi come questa di San Marco Argentano che sono funzionali ed efficienti avendo una mole di richieste importanti ed un territorio vasto da gestire. Ogni territorio ha sempre una sfaccettatura rispetto ad un’altra. Abbiamo avuto anche noi difficoltà, ma essendo una struttura che sa gestire le emergenze siamo stati al fianco dei consumatori a 360 gradi». Ci sono delle discrasie tra il dire e il fare: muro della burocrazia, perché? «Due gli aspetti fondamentali. Il primo riguarda i ritardi sulle liquidità per le piccole imprese che lungaggini burocratiche stanno ritardando. In un decreto emanato si parla di tre documenti da produrre per avere un prestito ma che non tiene conto di un altro decreto che di documenti ne prevede ben sedici. Ci si è trovati quindi di fronte ad un decreto legge che prevedeva uno snellimento rispetto ad una legge non abrogata che ne prevedeva di più. È ovvio che si è allungato il tutto con uno “scaricabarile” che peggiora la situazione. L’altro aspetto fondamentale è stato quello che per erogare la Cig (Cassa integrazione in deroga) non sono stati eliminati tutti i passaggi intermedi – ad esempio dall’Inps locale a quella nazionale – per attuare una situazione d’emergenza. Siccome purtroppo c’è un sistema bancario che può essere utile solo quando ci guadagna la banca, la stessa sfrutta questa posizione perché dallo Stato non arrivano sufficienti garanzie. Bisognava invece liquidare immediatamente i fondi direttamente alle aziende sui loro conti correnti, che a loro volta in un breve lasso di tempo avrebbero dato la Cig agli aventi diritto. Le regole attuali sono purtroppo più stringenti. Non si può dire bastano le autocertificazioni se poi non vanno bene con tutte le leggi in vigore. La realtà del sistema bancario non è nelle condizioni di velocizzare il tutto, qual è il funzionario che si assume la responsabilità laddove la legge non te la dà? Al tempo stesso la banca non può dare le garanzie statali per andare incontro alle aziende che hanno un fido o uno sconfinamento perché prima vanno a coprirsi lo scoperto (debiti pregressi) e poi danno la differenza che non permette di ripartire. Ecco perché molte aziende non hanno richiesto i famosi 25mila euro, avrebbero dovuto indebitarsi ulteriormente non sono risorse a fondo ma sono prestiti che devono avere restituiti. Purtroppo ci sono banche che hanno dato liquidità per intero, altre invece che coprire le precedenti esposizioni economiche». Questa crisi che attanaglia il sistema produttivo quanto durerà? «Non sono un economista, ma da attento osservatore rilevo che questa crisi non ha una curva a “V” con discese perentorie e risalite perentorie volendo dire che il tempo era piuttosto ristretto. Questa è una curva ad “U” una forte discesa economica per un periodo difficile da quantificare, una stagnazione in fondo e poi una risalita non facile. I miei dubbi riguardano una crisi economica molto lunga perché si vede anche la Bce che sta mettendo risorse importanti e quindi fa capire che il sistema europeo ha bisogno di grandi liquidità. Una risalita breve, le tipologie sarebbero state di minimo impatto».
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