MORANO CALABRO - È in edicola da qualche giorno e reperibile nelle librerie fisiche e nei migliori store online il volume “Campane a distesa - Controelogio dell’oblio”, scritto a quattro mani dal giornalista Pino Rimolo e da Luigi Addino.
Si tratta di un saggio storico a carattere divulgativo, che indaga le vicende della chiesa e della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo di Morano Calabro e, di riflesso, dell’intera comunità locale.
L’esame delle fonti primarie, l’osservazione diretta dei luoghi e la ricostruzione degli episodi che hanno influenzato nel corso dei secoli il consorzio civile di questo importante centro della Calabria Settentrionale, conferiscono al libro una valenza cronachistica e spiccatamente sociologica. Consentono, pertanto, al lettore di immergersi nella narrazione, perfino di confondersi con essa, riscoprendo nella successione degli eventi le dinamiche di un mondo eclissato per sempre. Il testo può essere un valido ausilio soprattutto per quanti, studenti o semplici appassionati, desiderino conoscere avvenimenti e personaggi sinora ignorati.
«La ricerca – affermano gli autori - riguarda in buona parte l’ingarbugliata diacronia - tutta umana, grazie a Dio! - tra i Patroni di Morano Calabro, la Madonna delle Grazie e san Bernardino da Siena, e si sofferma sulle cose nascoste della Collegiata dei SS. Pietro e Paolo, spettatrice e protagonista di prolungate dicotomie primaziali sorte in epoca rinascimentale. Di questi fatti proponiamo un racconto sereno e disincantato. Esplorando la pietà popolare e gli intrecci tra sacro e profano, vagliando i ritmi di uomini e donne interpreti di faticose trame esistenziali, proviamo a evidenziare le fragilità e i punti di forza di un sistema dalle mille sfaccettature. Un sistema che nonostante le contraddizioni e gli eccessi ha prodotto e radicato valori».
L’ansia che tutto svanisca senza lasciare traccia, innerva ogni pagina del volume. Sotto questo aspetto è un atto di amore. Ma è anche desiderio di sopravvivenza sociale e culturale. È voglia di opporsi ai fenomeni disgreganti della modernità. È lotta all’indifferenza. All’impoverimento delle idee. Alla rassegnazione. «È l’umile sforzo – affermano Rimolo e Addino - di difendere la memoria; di spronare le nuove generazioni allo studio delle origini e alla consapevolezza dell’identità, personale e collettiva, mai cedendo a derive nostalgiche e illusorie».